Il tentato golpe del 15 luglio ha lasciato segni indelebili in Turchia, non solo nella classe dirigente e nelle forze armate (colpite duramente dal giro di vite di Erdogan) ma anche nella popolazione. Basta guardare cosa è successo a Konya, città situata nel centro del Paese, dove un improvviso blackout ha portato nelle strade centinaia di cittadini, convinti che si trattasse di un colpo di Stato.
Dopo essersi organizzate attraverso i social media, circa 500 persone si sono radunate in una piazza centrale di Konya e hanno marciato, sventolando bandiere e intonando slogan nazionalisti, in direzione di sedi istituzionali nel tentativo di prevenire il presunto golpe.
Il governatore di Konya, Yakup Canpolat, svegliato nel cuore della notte, ha dovuto pubblicare un tweet per spiegava che si trattava di un semplice guasto all’impianto elettrico e anche la polizia è scesa in strada per rassicurare i cittadini. Ma non è bastato.
Circa 300 hanno fatto ritorno alle loro case, ma un altro gruppo ha deciso di rimanere in piazza, chiedendo di incontrare Canpolat. Altri ancora hanno bloccato con le loro auto l’accesso alla sede locale del comando delle forze di terra.
E’ toccato al deputato Mehmet Babaoglu, del partito di governo Akp, recarsi al palazzo del governatore e parlare alla folla, spiegando che un “problema tecnico” ha provocato l’interruzione della fornitura di corrente elettrica.
Con due dei manifestanti, Babaoglu è entrato nel palazzo e ha parlato al telefono con il governatore. Solo quando i due hanno confermato che nessun golpe era in corso, anche gli irriducibili hanno fatto ritorno a casa.