Migliaia di brasiliani sono scesi in piazza a Brasilia, capitale del Brasile, per chiedere le dimissioni del presidente Temer, accusato di aver avallato il pagamento di alcune tangenti, e per protestare contro la corruzione che dilaga sempre più all’interno del governo.
I sindacati promuovo la mobilitazione
Gli oltre 25.000 manifestanti hanno risposto all’appello lanciato dai sindacati del Paese carioca e hanno marciato in direzione del palazzo presidenziale di Brasilia. Purtroppo la protesta è degenerata dando vita a scontri tra i cittadini e la polizia che, per cercare di ristabilire l’ordine, è ricorsa all’utilizzo di granate stordenti e gas lacrimogeni. Alcune sedi dei ministeri, situati sulla strada verso la residenza di Temer, sono stati assaltati dai manifestanti. Ad esempio, nella sede del ministero dell’Agricoltura, alcuni cittadini sono riusciti a fare irruzione e ad appiccare il fuoco in una delle stanza. Immediatamente l’edificio è stato evacuato e il governo ha deciso di schierare le truppe armate in strada per difendere gli edifici governativi.
Le proteste contro Temer
I sindacati, le opposizioni e i cittadini hanno chiesto a gran voce le dimissioni del presidente Temer – succeduto a Dilma Rousseff, destituita perché accusata di corruzione – in seguito alle rivelazioni del quotidiano O GLobo che ha reso pubblica una registrazione del capo di stato brasiliano mentre autorizzava due imprenditori a pagare una mazzetta all’ex presidente della Camera Eduardo Cunha, attualmente in prigione, per comperare il suo silenzio e non finire invischiato nello scandalo “Lava Jato”, la “mani pulite” del Paese carioca.