La forza dellโIsis sta in un Paese spaccato in numerose fazioni, caratteristica che rende la Libia una facile preda dei terroristi. Ogni giorno il Califfato guadagna terreno e potere non grazie ad un esercito numeroso ma attraverso la cultura e la strategia della violenza con cui riescono in poco tempo a sottomettere popolazioni intere. Intanto i miliziani filo-islamici dellโOperazione Alba che controllano Tripoli, hanno lanciato raid aerei sullโaeroporto di Zintan; nella cittร di Sirte invece i terroristi dellโIsis sono stati messi in fuga dallโesercito di Misurata.
Al momento i missili dellโaeronautica egiziana continuano a centrare le roccaforti degli jihadisti, unโoffensiva che ha preso il via la scorsa notte e che il presidente al Sisi ha definito una risposta necessaria alla tragica uccisione dei 21 cristiani copti. Dal Cairo infatti giunge lโappello al Consiglio di sicurezza dellโOnu per chiedere un intervento internazionale in Libia. โNon cโรจ altra scelta, la situazione necessita una ripetizione dei raid in maniera coraleโ ha puntualizzato il leader egiziano. Lโambasciatore del Cairo a Roma ha invece usato parole piรน dure ricordando che la minaccia del Califfato โรจ a poche centinaia di chilometri dalla capitale italiana, lโemergenza va presa piรน seriamenteโ. LโEsercito libico ha fatto sapere che nei raid su Derna e Sirte sono stati uccisi 64 combattenti dellโIsis, tra cui โtre dei loro leaderโ, i feriti sarebbero โdecineโ. Lo riferisce il sito del quotidiano egiziano Al Ahram.
Omar Ihwainish, il portavoce libico dellโOnu ha chiarito che da parte della Libia non cโรจ stata ancora una vera e formale richiesta dโaiuto anche se il ministro degli Esteri Tobruk Mohamed al Dairi รจ in viaggio per raggiungere New York dove tra qualche ora si terrร lโincontro del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite.
Dal fronte italiano il tema รจ stato affrontato durante il vertice a Palazzo Chigi che ha visto riunire il premier Rezi con i ministri Gentiloni, Alfano e Pinotti ed il sottosegretario Minniti, per fare il punto sulla situazione in Libia. A riguardo รจ stato ribadito lโimpegno del Paese per una forte azione diplomatica in ambito Onu. ร auspicabile una โrisposta rapidaโ perchรฉ la โsituazione รจ graveโ รจ quanto dichiarato dal il Cardinal Parolin a conclusione dellโincontro bilaterale Italia-Santa Sede nella ricorrenza dei Patti Lateranensi.
Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato Islamico non resta in silenzio e minaccia nuovi attentati e ulteriori rapimenti per vendicare i raid egiziani in Libia. In questo caotico clima di tensione e violenza cโรจ anche chi decide di non scappare per donare la vita fino alla fine ai piรน bisognosi, come accade per Mons. Giovanni Martinelli, vicario apostolico di Tripoli: โSiamo rimasti in pochi, solo un bel gruppo di filippini, รจ per loro che sono rimasto. Si tratta soprattutto di personale infermieristico, in prevalenza donne, che ha deciso di rimanere perchรฉ le necessitร sanitarie della popolazione sono in crescitaโ. Le strutture sanitarie della capitale libica risentono della chiusura dellโospedale privato St. James, il cui medici sono stati richiamati allโestero. โAl momento la situazione รจ calma prosegue il vescovo โ ma non sappiamo quale sarร lโevoluzione. Comunque, come ho piรน volte ribadito, finchรฉ rimarrร un solo cristiano qui, io rimango. Sarร quello che Dio vuoleโ.