Teheran è pronta a riprendere il procedimento di arricchimento dell'uranio su “scala industriale” dopo l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare. Lo ha ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, in una nota con cui ha annunciato la sua missione diplomatica nel tentativo di salvare l'accordo con gli altri Stati firmatari. Il capo della diplomazia iraniana ha avuto l'incarico dal presidente Hassan Rohani di mantenere l'accordo siglato nel 2015 “senza alcuna nuova condizione”.
Mogherini
Della vicenda è tornata a parlare Federica Mogherini. “Tutti concordano su un fatto: se da domani mattina l'accordo sul nucleare non ci fosse più, ci sarebbero più pericoli per la regione, e l'Europa ne fa parte, e le conseguenze sarebbero disastrose” ha detto l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza durante la conferenza sullo “Stato dell'Unione”. “Il Medio Oriente di una cosa non ha bisogno, di una corsa agli armamenti nucleari. Dobbiamo mantenere l'accordo, fare tutto quello che possiamo affinché l'Iran continui a mantenere il proprio impegno”.
Israele
A rendere ancora più complicata la situazione ci sono, poi, le crescenti tensioni fra Israele e Iran. Benjamyn Netanyahu si è detto convinto che Tel Aviv vincerà “la campagna” in corso contro Teheran. “E' stata una settimana molto importante per Israele, la nostra campagna prosegue e stiamo per vincerla“, ha assicurato deciso in un messaggio diffuso attraverso i social. Netanyahu ha ricordato come in questa settimana siano arrivate la “storica” decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di ritirarsi dall'accordo nucleare con l'Iran, e l'incontro che ha avuto all'indomani a Mosca con il presidente russo, Vladimir Putin, definito “molto importante per la sicurezza del Paese”. Netanyahu ha quindi raccontato dell'attacco iraniano di mercoledì sera, sferrato “solo un'ora dopo il rientro dalla Russia”: “L'Iran ha lanciato una ventina di missili contro di noi (dalla Siria). L'operazione non ha avuto successo grazie alle azioni dell'esercito che ha reagito secondo il nostro principio base: a chi ci fa un danno glielo rendiamo”. Il premier di Tel Aviv ha anche sottolineato che durante tutti questi giorni “l'esercito ha condotto operazioni per tenere Israele fuori dal pericolo“. Infine ha ringraziato Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Francia per il sostegno al diritto di Israele di “agire” quando e' attaccato, “contro l'Iran e contro chiunque”.