I soldati israeliani sono pronti a demolire le case abitate dalle famiglie dei palestinesi che hanno compiuto attacchi terroristici in queste settimane. Proprio ieri infatti è stato firmato l’ordine di demolizione per le famiglie di Ibrahim al-Akkari e Muhammad Jaabis, responsabili di aver guidato la loro auto contro dei pedoni israeliani, e di Mutaz Hijazi, il quale ha ferito il rabbino estremista Yehuda Glick, che voleva requisire per gli ebrei la spianata delle moschee. Tutti gli attentatori sono stati uccisi dalla polizia e alla vedova di Akkari i soldati hanno consegnato l’ordine di demolizione dicendole che essa ha soltanto 48 ore per fare appello contro la distruzione.
Ieri invece a Silwan è stata rasa al suolo la casa dei familiari di Abd al-Rahman al-Shaludi. Shaludi guidò un auto contro dei pedoni lo scorso 22 ottobre provocando la morte di due israeliani. La madre di Shaludi ha rilasciato questa dichiarazione:”Gli occupanti israeliani vogliono distruggere la nostra famiglia e renderci degli sfollati. Essi pensano che distruggendo le case dei martiri potranno fermare il popolo di Gerusalemme e Palestina, ma la violenza genera violenza”.
Questa politica israeliana delle demolizioni è stata criticata dagli attivisti per i diritti umani. E’ stato il governo di Netanyahu a volerla applicare in Israele al fine di “combattere il terrorismo” anche se queste azioni hanno soltanto aumentato le violenze. Il gruppo israeliano B’Tselem ha condannato il metodo delle demolizioni giudicandolo “fondamentalmente sbagliato” perché contrario a “standard morali di base, dato che punisce gente solo a causa delle malefatte di altri”.