Annullata la pena a tre anni di reclusione prevista per l’ex presidente dell’Egitto Hosni Mubarak, accusato a maggio di appropriazione indebita di milioni di dollari di fondi pubblici per la ristrutturazione e il mantenimento del palazzo presidenziale. Per la stessa vicenda erano stati condannati a quattro anni anche i figli Alaa e Gamal.
A deciderlo è la Corte di Cassazione del Cairo che ha riscontrato vizi procedurali nel primo processo, come già era accaduto nel giugno 2012 quando per l’ex raìs si prospettò l’ergastolo in seguito all’accusa di omicidio di manifestanti antigovernativi durante gli incidenti della rivoluzione del 25 gennaio 2011.
Il New York times, scrive che il possibile rilascio dell’imputato “potrebbe rappresentare una sfida senza precedenti per Abdel Fattah al-Sisi. Sarebbe la prima volta nella storia egiziana che a un ex presidente vivente viene permesso di vivere e parlare apertamente. Mubarak potrebbe iniziare a difendere pubblicamente il suo mandato, criticando le politiche di al-Sisi, radunando i suoi ex fedelissimi ed esercitando un peso sui candidati parlamentari, cosa che potrebbe rivelarsi piuttosto scomoda per l’attuale presidente”.
Per l’ex capo di Stato dell’Egitto il processo è dunque da rifare, il Tribunale supremo rimanderà le carte in appello e darà l’incarico di procedere con una nuova udienza.