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Primo raid Usa anti Isis, “decine di morti”

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Primo raid americano contro le postazioni dell’Isis in Yemen. I bombardamenti, si legge in un comunicato del Pentagono, hanno “minato i tentativi dell’organizzazione di addestrare nuovi combattenti” e provocato la morte di “decine di miliziani”. Secondo fonti della Cnn, nei due campi colpiti si stima vi fossero almeno 50 miliziani dell’Isis. Le strutture, situate nel governatorato di al Bayda, venivano utilizzate per “addestrare i miliziani a compiere attacchi con Ak47, mitragliatrici, lanciarazzi”.

Il Califfato, prosegue la nota del dipartimento Usa della Difesa, “ha usato i territori fuori controllo in Yemen per pianificare, dirigere, ispirare, reclutare per attacchi terroristici contro l’America e i suoi alleati in tutto il mondo. Per anni, lo Yemen è stato un hub per i terroristi”. Le Forze Usa “stanno sostenendo le operazioni antiterrorismo contro l’Isis e l’Aqap – al Qaeda nella Penisola arabica, ndr – per ridurre le capacità dei due gruppi di coordinare attacchi esterni e mantenere il controllo di pezzi di territorio nel Paese“.

La situazione umanitaria nel Paese della penisola araba continua a essere drammatica. “Stiamo assistendo a un lento stillicidio di milioni di civili a causa della guerra, delle condizioni economiche e della malnutrizione: la metà delle vittime sono bambini – ha dichiarato il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini -. Il colera sta dando loro il colpo di grazia: è la più grande epidemia della storia recente, peggiore perfino di quella di Haiti”.

A partire dal mese di aprile, il colera ha ucciso circa 2 mila persone e ne ha contagiate quasi un milione: “se si va avanti così i numeri saranno biblici”. Gli operatori sanitari, che non hanno ricevuto retribuzione per oltre 10 mesi, stanno lavorando instancabilmente per fermare l’epidemia ma le condizioni sono davvero gravi: gli ospedali sono affollati e non tutti possono essere ricoverati.

“L’Unicef, attraverso i partner locali, sta fornendo aiuti essenziali alla popolazione e spera di avere maggiori investimenti per migliorare i servizi igienico sanitari e prevenire future epidemie” dice Iacomini. “È una catastrofe umanitaria che avviene nell’indifferenza generale” prosegue il portavoce, che rivolge un appello ai media: “parliamo dello Yemen, ricordiamo i nomi dei bambini che muoiono sotto le bombe, di quelli costretti a imbracciare le armi e a patire la fame. Solo se l’opinione pubblica conoscerà questa tragedia e farà pressione sui governi potremo evitare altri milioni di vittime“.

Edith Driscoll: