I risultati del nuovo “Super Tuesday” – la prova più significativa per i candidati delle primarie dopo quello della scorsa settimana – hanno confermato che i due favoriti alla candidatura per le prossime presidenziali Usa sono Hillary Clinton e Donald Trump.
Nonostante una settimana difficile, durante la quale Trump ha dovuto difendersi da numerosi attacchi da parte di tutti i suoi avversari – anche interni allo stesso Partito Repubblicano –il tycoon newyorchese ieri è riuscito a conquistare la Florida, ma ha vinto anche in Illinois e North Carolina. L’unico Stato ad avergli resistito è l’Ohio, rimasto fedele al suo governatore, John Kasich. Proprio quest’ultimo è rimasto l’unico candidato moderato in corsa dopo il ritiro di Marco Rubio, sconfitto proprio nella “sua” Florida. Kasich potrebbe diventare l’alternativa a Trump e Cruz, in particolare se riuscirà a vincere in altri Stati pesanti come la Pennsylvania. Ted Cruz, invece, spera ancora di riuscire a battere Trump sul numero totale di delegati conquistati, ma le sue performance elettorali allontanano sempre di più questa ipotesi.
È proprio l’avanzata inarrestabile di Trump e delle sue idee estremiste a favorire indirettamente Hillary Clinton, la quale ormai sembra diventata la candidata favorita del Partito Democratico. L’ex segretario di Stato ha stravinto in tutti gli Stati in ballo, recuperando l’umiliante sconfitta della scorsa settimana in Michigan. Gli esperti sostengono che l’elettorato democratico si stia stringendo intorno alla Clinton e abbia scelto “il voto utile” per creare un fronte compatto contro Trump.
Sanders, dal canto suo, sostiene che la sua campagna è ancora aperta e che continuerà a gareggiare contro la sua rivale, ma ormai i suoi discorsi anti establishment sembrano non convincere più gli elettori democratici, che iniziano a guardare alla Clinton come candidata per le prossime elezioni presidenziali. L’ex Fisrt Lady sembra ormai aver preso coscienza del suo ruolo e nel discorso di chiusura di ieri sera si è rivolta direttamente a Trump: “Non abbiamo bisogno di un presidente che divida il paese, ma che lo unisca”.