Paul Manafort dovrà scontare 3 anni e 11 mesi di carcere. L'ex manager della campagna presidenziale Donald Trump per il suo lavoro in Ucraina e i suoi presunti legami con uomini vicini al Cremlino è finito nel mirino dello speciale procuratore Robert Mueller che indaga sul Russiagate.
La condanna
Una condanna, tutto sommato, soft, considerate le richieste dei procuratori, tra i 19 e i 24 anni, che il giudice di Alexandria, in Virginia, T.S. Ellis (nominato da Ronald Reagan) ha definito “eccessive”, considerate le accuse di frodi finanziarie e fiscali. Il prossimo 13 marzo arriverà la seconda sentenza per Manafort, per un caso separato di cospirazione e intralcio alla giustizia a Washington Dc. Per evitare un secondo processo si è dichiarato colpevole e ha patteggiato. Rischia un massimo di 10 anni.
L'udienza
L'ex consulente politico, che compirà 70 anni ad aprile, si è presentato nel tribunale della Virginia sulla sedia a rotelle, i piedi fasciati per la gotta, la divisa verde da carcerato e i capelli grigi. “Dire che mi sento umiliato e che mi vergogno è il minimo”, ha dichiarato, chiedendo pietà al giudice, ringraziandolo per il “giusto processo”, e definendo gli ultimi due anni i più duri della sua vita. Il fatto che non abbia manifestato alcun rimorso ha colpito il giudice ma non ha influenzato l'entità della pena.
Le accuse
Manafort è in carcere dallo scorso giugno e i mesi già trascorsi dietro le sbarre gli saranno scalati. Sebbene molto più lieve del previsto, la pena è la più dura tra quelle inflitte per i casi criminali scaturiti dalle indagini di Mueller, anche se non direttamente collegati al Russiagate. Manafort dovrà restituire circa 24 milioni di dollari e pagare una multa da 50.000 dollari. Ha nascosto 55 milioni di dollari in conti correnti esteri ed evaso il fisco Usa per oltre 6 milioni di dollari relativi al suo lavoro come consulente di politici filo russi in Ucraina e che ora dovra' versare. Uscito dal carcere dovrà restare per 3 anni in libertà vigilata.