Dopo le accuse di intercettazioni illegali lanciate dal presidente americano Donald Trump nei confronti del suo predecessore, il magnate ha chiesto al Congresso di indagare su possibili abusi di potere da parte dell’amministrazione Obama a ridosso delle elezioni presidenziali dello scorso novembre. Lo afferma in una nota la Casa Bianca. Trump aveva parlato di un nuovo Watergate, sostenendo che Obama aveva fatto mettere i telefoni della Trump Tower sotto controllo. “Le notizie riguardanti possibili indagini motivate politicamente prima delle elezioni del 2016 – si legge nella nota della Casa Bianca – sono un grande problema. Il presidente Trump ha quindi richiesto che, come parte delle loro indagini sull’attività della Russia, le commissioni intelligence del Congresso esercitino la loro autorità di vigilanza per appurare se nel 2016 c’è stato un abuso da parte del governo nell’uso dei suoi poteri esecutivi”.
“Né la Casa Bianca – si chiude la nota – né il presidente commenteranno ulteriormente la vicenda fino a che questa supervisione non sarà portata a termine”. L’argomento è rovente in seguito allo scambio di accuse. Sabato sera il portavoce dell’ex presidente, Kevin Lewis, aveva definito “semplicemente false” le ipotesi di intercettazioni avanzate da Trump, che a sua volta aveva dato del “malato” a Obama. Ora anche un senatore repubblicano, ovvero dello stesso partito del presidente, ha pubblicamente chiesto che Trump fornisca le prove delle gravi accuse da lui rivolte al suo predecessore. Ben Sasse, senatore del Nebraska, ha detto, citato dai media, che le asserzioni del presidente sono “molto gravi”, aggiungendo che deve spiegare cosa intenda esattamente e come abbia avuto le informazioni.
Tutto questo mentre la contrapposizione tra sostenitori e oppositori del presidente cresce negli Stati Uniti. Oltre 20 persone sono state arrestate ieri durante le dimostrazioni, tenute in numerose città del Paese, nella giornata della ‘March 4 Trump‘ (‘Marcia per Trump’), che in molti casi sono state accompagnate da contro-manifestazioni anti-presidente. A Berkeley, in California, sette persone sono rimaste ferite durante violenti scontri che hanno portato all’arresto di 10 persone da parte della polizia in tenuta anti-sommossa: le autorità hanno sequestrato un coltello, tubi di metallo, bastoni, pezzi di legno e mattoni. Altri quattro dimostranti sono stati arrestati a Olympia, la capitale dello Stato di Washington, durante una marcia a sostegno di Trump: secondo l’emittente KOMO-TV circa 225 persone inneggiavano al presidente mentre un gruppo di circa 150 persone ha organizzato una contro-protesta. Simili dimostrazioni si sono tenute tra l’altro a Virginia Beach (Virginia), Austin (Texas), Phoenix (Arizona), varie città della Pennsylvania, Lansing (Michigan), Indianapolis (Indiana), Nashville (Tennessee, dove la polizia ha arrestato due persone), Denver (Colorado), St. Paul (Minnesota, sei arresti), vicino il resort di Trump Mar-a-Lago in Florida, ai piedi della Trump Tower di New York e naturalmente a Washington DC.