Trenta milioni di cittadini polacchi si stanno recando alle urne per il ballottaggio delle elezioni presidenziali che vede fronteggiarsi il capo dello Stato uscente Bronislaw Komorowski, un liberal-conservatore europeista, e l’ultraconservatore nazionalista ed euroscettico Andrzej Duda. Il voto politicamente assume il carattere di un vero e proprio referendum tra un’integrazione crescente nell’Ue e un allontanamento nel nome di interessi nazionali, anche in vista delle politiche di ottobre.
Il 63enne Komorowski è sostenuto dal partito liberale di centro Piattaforma civica (Po) che governa dal 2007 mentre il 43enne Duda, un avvocato, milita nel partito di destra Diritto e giustizia (Pis) dell’ex premier Jaroslaw Kaczynski. Duda riparte dal vantaggio del primo turno del 10 maggio, quando era stato il più votato con il 34,76%, e gode del sostegno della Chiesa e degli ambienti clericali più conservatori.
Tra i suo cavalli di battaglia c’è anche il no all’ingresso nell’euro. Komorowski, di poco staccato con il 33,77%, è dato leggermente avanti dai sondaggi dopo la buona prova nei duelli in tv. Il presidente uscente promesso liberta’ di coscienza e diritti uguali per tutti i cittadini, con un’ “amichevole autonomia” nei rapporti Stato-Chiesa. Potrebbe essere decisivo accaparrarsi almeno una parte di quel 20,8% di elettori giovani o scontenti che al primo turno hanno votato il cantante rock Pawel Kukiz.