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Presa Sirte, il Califfato a 1000 km da Roma

Sono solo 1200 i chilometri che separano Roma da Sirte, lo ha fatto notare un sostenitore dell’autoproclamato Califfato della cittadina a nord della Libia, che ha postato sul suo account Twitter una mappa in cui evidenzia il breve spazio che separa l’Isis dallo Stivale. Un missile “Scud può arrivare” fino in Italia ha aggiunto l’utente che si chiama “Qalam hur”.

Intanto l’ambasciata italiana presente a Tripoli ha dato ordine a tutti i connazionali presenti in Libia di lasciare “temporaneamente” il Paese a causa dell’aggravarsi dell’avanzata jihadista che nella notte tra giovedì e venerdì ha preso il controllo di Sirte, a 450 chilometri dalla capitale. Alcuni militanti islamici hanno preso il controllo delle emittenti radiofoniche della città mandando in onda annunci dello Stato Islamico. Il personale di “Free voice” e “Radio Mikdashi” è stato allontanato per trasmettere versetti del Corano o messaggi di propaganda come quelli di Abu Bakr al-Baghdadi o Abu Mohammed al-Adnani, entrambi portavoce dell’Isis.

La conquista della città è stata resa possibile dalla mancanza di autorità governative da quando è caduto il regime di Gheddafi, lasciando le porte aperte a ogni forma di organizzazione terroristica. Dal momento che nella città di Sirte sono già presenti gruppi come Ansar al-Sharia e alcune milizie di Fajr Lybia è probabile che l’Isis decida di inglobarle o semplicemente di conquistare la loro alleanza.

“L’emergenza Libia ormai è internazionale non solo europea, per questo era giusto esprimere la posizione italiana al summit di oggi” ha sottolineato il premier Renzi all’uscita del Consiglio europeo, aggiungendo che il caso è da “risolvere con decisione e probabilmente anche con impegno ulteriore” in quanto l’intervento di Bernardino Leon non è stato sufficiente e l’Italia è pronta fare la sua parte. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha sostenuto la posizione del primo ministro: “Senza una rapida mobilitazione generale per la Libia, assisteremo ancora ad altre tragedie in mare e correremo il rischio di vedere installato un Califfato islamico alle nostre porte”.

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