Duro l'attacco sferrato nei confornti di Viktor Orban in vista delle europee, con il Ppe che preme affinché il presidente ungherese venga espulso dal gruppo dei popolari. Al leader magiaro non viene assolta la colpa di aver attaccato duramente la Commissione europea e il presidente Jean-Claude Juncker durante la sua campagna elettorale, di fatto inimicandosi una fronda che vede nel suo comportamento qualcosa di deleterio e tutt'altro che in linea con lo spirito del Ppe. A essere estromesso, su proposta dei Paesi nordici, non sarebbe solo Orban ma tutta la rappresentanza di Fidsz, il suo partito. La questione, dunque, si risolverà in una decisione: richiedere l'espulsione o tenere aperto qualche spiraglio di dialogo con i sovranisti, magari per il dopo-elezioni.
La bagarre
Cinque accuse quelle lanciate da Orban ma, a quanto pare, anche una sola sarebbe potuta costare molto. Bruxelles ha chiaramente parlato di fake news e, peraltro, è la prima volta che l'Ue si esibisce in una replica di questo tipo, specie a seguito del cartellone pubblicitario che titola “Anche tu hai il diritto di sapere cosa sta progettando Bruxelles”, ipotizzando nuovamente un'intesa con Soros e altri punti non graditi all'Ue che, dopo aver stigmatizzato il comportamento in fase di campagna elettorale del presidente, pare aver ricevuto appoggio anche dal fronte interno al Ppe. Sulla questione si era espressa in giornata all'Ansa Anna Maria Carrozza, eurodeputata del partito moderato svedese, secondo la quale “per quasi dieci anni c'è stato un dialogo per portare Orban in linea con i nostri valori e principi, ma il risultato in Ungheria è che la situazione dei diritti fondamentali e dello stato di diritto si sta deteriorando. Ha voltato le spalle ai valori del Ppe è ora di considerare se appartiene o meno alla nostra famiglia”.
La replica Ue
Da parte sua, Bruxelles affida a un comunicato la smentita di quanto affermato da Orban, spiegando di ritenere “che i cittadini meritino di conoscere la verità su ciò che la Ue sta facendo. Ma crediamo che meritino realtà, non finzione . La campagna del governo ungherese distorce la verità e cerca di dipingere un'immagine oscura di un complotto segreto per guidare più immigrazione verso l'Europa. La verità è che non esiste una cospirazione. Le affermazioni del governo ungherese sono nel peggiore dei casi in realtà errate o nel migliore dei casi altamente fuorvianti. E niente di tutto ciò ha a che fare con George Soros”.