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Possibili segnali dall'Ara San Juan

Segnali dall'oceano profondo. La marina militare argentina ha captato alcuni rumori che potrebbero provenire dal sottomarino Ara San Juan, scomparso dai radar lo scorso mercoledì mentre si trovava a 432 chilometri dal golfo di San Jorge.

Rumori dall'oceano

I sistemi sonar di due unità della marina hanno captato delle vibrazioni che potrebbero essere state provocate da qualcuno che sbatte degli attrezzi contro lo scafo di un sommergibile. Lo ha riferito un ufficiale delle forze navali statunitensi, al corrente dell'assistenza che la Setta US Navy sta prestando per localizzare il battello. Non corrispondevano al sottomarino, invece, i 7 messaggi satellitari a bassa frequenza captati nella giornata di sabato dalla marina argentina. 

Batterie in avaria

Restano ignote, al momento, le cause dell'incidente, anche se il portavoce dei militari argentini Gabriel Galeazzi in conferenza stampa ha spiegato che prima dell'interruzione delle sue comunicazioni con il comando, il sommergibile aveva informato che esisteva una avaria nelle sue batterie. “Mercoledì scorso siamo stati informati di questa avaria, ed è per questo che si è cambiata la rotta della nave, dirigendola verso Mar del Plata”, ha detto. Galeazzi ha sottolineato che mercoledì scorso il San Juan si è messo in contatto satellitare con il comando per informate di “un corto circuito” nelle batterie, mentre navigava in superficie, ed è per questo che era stata fissata una nuova rotta di navigazione più diretta per il suo rientro a Mar del Plata. Successivamente, ha aggiunto, il comandate del San Juan ha informato che stava procedendo sulla nuova rotta e che a bordo stavano tutti bene. Il portavoce militare ha anche confermato che per quanto riguarda possibili comunicazioni o tentativi di comunicazione satellitare dal sottomarino nei giorni seguenti “gli esperti hanno analizzato l'intero spettro, con oltre 400 segnali diversi e nel loro rapporto hanno confermato che nessuno veniva dal San Juan”. Galeazzi ha sottolineato che le operazioni di ricerca sono ostacolate nelle ultime more dalle pessime condizioni climatiche nell'Atlantico Sud, ma per domani le previsioni meteo sono decisamente migliori “per cui c'è da sperare che la ricerca sarà più efficace“.

L'impegno italiano

Tra gli esperti impegnati nelle ricerche c'è anche un italiano. Si tratta, secondo il capitano di vascello Decio Trinca, di un capitano di fregata che è presente, “in una posizione chiave, all'interno dell'Ismerlo” (International sub marine escape and rescue liaison office), l'organismo internazionale con sede a Northwood, in Gran Bretagna, nato proprio per il coordinamento internazionale in caso di ricerca e soccorso per sottomarini. “Grazie all'azione di coordinamento dell'Ismerlo – ha spiegato Trinca all'Ansa – tutte le Nazioni dotate di una componente sommergibili, tra le quali l'Italia, hanno messo in campo le azioni necessarie alla ricerca del sottomarino San Juan”. E la Marina italiana ha già messo a disposizione il proprio personale specializzato e le proprie competenze: se necessario e se richiesto, un team è pronto a partire. “Nell'area mediterranea – sottolinea l'ufficiale – la Marina italiana è riconosciuta anche dagli altri Paesi come un'eccellenza” nell'attività di ricerca e soccorso dei sottomarini, “grazie anche al continuo addestramento che il nostro personale sommergibilista e subacqueo (incursori e palombari) effettua sia in mare che presso i Centri di addestramento, a Taranto e alla Spezia”. 

Macri incontra i familiari

Il presidente argentino Mauricio Macri si è, intanto, recato alla base della Marina militare a Mar del Plata, sulla costa della provincia (entità federale) di Buenos Aires, per incontrare i famigliari dei 44 membri dell'equipaggio dell'Ara San Juan. Macri “ha offerto il suo appoggio a coloro che sono direttamente coinvolti in questa vicenda”. 

 

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