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POROSHENKO SFIDA PUTIN: “NESSUNO PUO’ RICATTARCI”

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Sono molti i temi che vengono affrontati dal presidente dell’Ucraina Petro Poroshneko durante l’intervista concessa in esclusiva al corrispondente di Euronews, Sergio Cantone. Gli aiuti da parte dell’Unione Europea, l’ingresso dei peace-keeper nel Paese, l’impegno degli Stati Membri per risolvere il conflitto nelle regioni del Donetsk e del Luhansk. Rispondendo ad una domanda del giornalista, il presidente ucraino ha smentito quanti avrebbero affermato che l’Unione Europea non è unita nel sostegno al suo Paese in quanto “tutti i leader dell’Unione sostengono l’Ucraina e l’Europa parla con una voce sola. E spero che il suo sostegno non mancherà”.

Si passa poi a parlare dell’accordo di Minsk, la richiesta dei ribelli filorussi – che sostenuti da Mosca – chiedono che l’Ucraina diventi uno stato federale ha ribadito che non si tratta di “una domanda per Putin o per il presidente dell’Ucraina. Solo il popolo ucraino può decidere. Allo stato attuale, quasi il 90% degli ucraini è contrario a una riforma federalista. Perché siamo un Paese unito e non accettiamo alcuna forma di pressione”. Poroshenko ha inoltre ribadito che, sebbene interrompere la guerra nelle zone orientali del Paese sia di enorme importanza, il governo non ha intenzione di accettare un ultimatum, è infatti di vitale importanza che sia lo stesso popolo ucraino a scegliere come dovrà evolversi la situazione del Paese e “insieme ai nostri partner statunitensi, europei e mondiali, per la difesa della libertà, della democrazia e dell’indipendenza del mio Paese e non permettiamo a nessuno di ricattarci”.

Inoltre il presidente ucraino apre alla possibilità di far entrare i peace-keeper nel territorio del suo stato, in quanto la loro presenza, soprattutto ai confini è fondamentale “per interrompere la fornitura di truppe, armi e munizioni in territorio ucraino. In secondo luogo, la forza di pace dovrebbe presidiare la zona cuscinetto, la linea di contatto fissata per garantire pace e stabilità”. “Rifiutiamo l’idea che un qualsiasi altro Stato possa decidere se la forza di pace delle Nazioni Unite debba esserci o meno. – ha aggiunto Poroshenko – Questa è un’ipotesi molto interessante, ma c‘è anche la possibilità di una missione di polizia dell’Unione europea, tenendo conto che una missione approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite potrebbe essere composta per la maggior parte dai Paesi dell’Unione europea. Confidiamo in loro, sono i nostri partner. E pensiamo che questo sia il modo più efficace di risolvere il problema”.

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