Mike Pompeo non andrà in Corea del Nord. Lo ha deciso Donald Trump, affermando in una serie tweet che i programmi di denuclearizzazione di Pyongyang non hanno compiuto sufficienti progressi da permettere una nuova visita del segretario di Stato. Un passo indietro a tutti gli effetti rispetto ai buoni propositi emersi dopo il summit di giugno fra il presidente degli Stati Uniti e il leader nordcoreano Kim Jong-un, al termine del quale i sentori di un imminente avvio dello smantellamento dei siti nucleari sembravano ben più di un auspicio. Trascorsi un paio di mesi, invece, la situazione sembra ancora in fase di stallo, con Trump messo sull'avviso nei giorni scorsi da alcuni funzionari dell'Intelligence americana, che avevano riferito al 'Washington Post' della possibile intenzione della Corea del Nord di creare nuove testate balistiche.
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Lo stallo con la Cina
Le informazioni arrivate alla Casa Bianca si sono unite alle dichiarazioni dell'Agenzia nucleare delle Nazioni Unite (Aiea), secondo la quale Pyongyang starebbe tuttora portando avanti il suo programma atomico, nonostante le promesse fatte da Kim a Singapore. Una commistione di eventi che ha spinto il presidente americano a bloccare l'aereo del suo segretario di Stato e temporeggiare prima di aprire una nuova parentesi di dialogo con i coreani. Nel frattempo, il Tycoon alza il tiro lamentando come la Cina non stia facendo abbastanza per far desistere Pyongyang dal proposito di divenire potenza nucleare, a causa delle tensioni in corso con gli Stati Uniti per via dei dazi commerciali.
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Scenari
In sostanza, lo stop al viaggio di Pompeo sembrerebbe legato più ai cattivi rapporti con la Cina che a un comportamento scorretto della Corea del Nord anche se, in una recente visita avvenuta a luglio, da Pyongyang avevano etichettato quelle del segretario di Stato come “richieste da gangster”. Trump su questo punto è stato chiaro: prima di chiudere con le sanzioni alla Corea vuole vedere risultati dal punto di vista della denuclearizzazione ma, a questo punto, il percorso appare più in salita rispetto a qualche mese fa. Resta da capire se il nodo da sciogliere sarà la scarsa collaborazione con Pechino, ancor prima che l'accordo sullo stop al nuclerare con Pyongyang. Dubbio che, a ogni modo, manda momentaneamente in soffitta tutti i buoni propositi arrivati dopo il faccia a faccia di Singapore.
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