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Polonia deferita davanti alla Corte Ue

La riforma della Corte suprema costa il deferimento davanti alla Corte di giustizia Ue alla Polonia. Secondo la Commissione, Varsavia avrebbe violato il principio di indipendenza della magistratura. Bruxelles, ha spiegato la portavoce dell'esecutivo comunitario Mina Andreeva, ritiene che Varsavia abbia violato il principio di indipendenza della magistratura. 

La legge

La legge polacca contesta dalla Commissione riduce da 70 a 65 anni l'età pensionabile per i giudici della Corte suprema, mettendo 27 dei 72 giudici attualmente in carica a rischio di pensionamento d'ufficio. La misura si applica anche al primo presidente della Corte suprema, che vedrebbe terminare in anticipo il suo mandato di sei anni previsto dalla Costituzione polacca. Entrata in vigore il 3 aprile 2018, la legge consente ai giudici interessati dall'abbassamento dell'età pensionabile di chiedere una proroga del proprio mandato al presidente della Repubblica, che può concederla per un triennio, rinnovabile una sola volta. La decisione del presidente non è subordinata ad alcun criterio chiaro e, se la domanda viene respinta, non è ammesso ricorso per via giudiziaria. Inoltre, l'unica salvaguardia proposta dalle autorità polacche è una consultazione non vincolante del Consiglio nazionale della magistratura, un organo ora composto in violazione dei criteri europei d'indipendenza della magistratura.

Deferimento

Secondo la Commissione, la legge polacca sulla Corte suprema è incompatibile con il diritto dell'Unione in quanto lede il principio di indipendenza della magistratura, in particolare riguardo alla inamovibilità dei giudici. La Commissione aveva inviato alle autorità polacche una lettera di costituzione in mora il 2 luglio 2018 in relazione alla legge sulla Corte suprema, seguita il 14 agosto 2018 da un parere motivato. In entrambe le occasioni la risposta delle autorità polacche non ha fugato le preoccupazioni espresse dalla Commissione. Per l'esecutivo comunitario, con l'attuazione del regime di pensionamento c'è un rischio di pregiudicare in modo grave e irreparabile l'indipendenza della magistratura in Polonia e quindi l'ordinamento giuridico dell'Ue. Di conseguenza, la Commissione ha chiesto alla Corte di giustizia dell'Ue di ordinare misure cautelari, intese a ripristinare la situazione della Corte suprema polacca antecedente il 3 aprile 2018, giorno dell'adozione delle nuove leggi contestate. La Commissione ha infine deciso di chiedere alla Corte di giustizia dell'Ue un procedimento accelerato per addivenire a una sentenza il piu' rapidamente possibile.

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