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Polizia di Ferguson sotto accusa: “Violati i diritti degli afroamericani”

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L’uccisione del 18enne afroamericano disarmato, Michael Brown, da parte di un agente bianco, ha scatenato polemiche per tutti gli Stati Uniti, tirando fuori tutta la polvere nascosta sotto al tappeto sulla polizia di Ferguson, località del Missouri dov’è avvenuto il fatto. Il Dipartimento di Giustizia federale americano ha aperto un rapporto a riguardo, dal quale emerge che la condotta della polizia di questi luoghi è sistematicamente condizionata da considerazioni a sfondo razziale.  Questo il clamoroso esito dell’indagine ministeriale sulle pratiche delle forze dell’ordine in servizio nel sobborgo di Saint Louis, avviata subito dopo la contestata vicenda che innescò furiose proteste di piazza, non sono nello Stato ma in tutto il Paese, e che fu seguita da altri fatti di sangue.

La polizia di Ferguson ha violato ripetutamente i “diritti costituzionali degli afroamericani della città”. Questa la conclusione del Dipartimento di Giustizia a cui si è arrivati. In particolare, le forze di polizia vengono accusate di uso eccessivo della forza e di un numero ingiustificato di fermi su base razziale. Il rapporto verrà diffuso integralmente nelle prossime ore, ma alcuni elementi sono già stati messi in evidenza da indiscrezioni riportate dalla stampa americana.

Dall’esame di oltre 35.000 pagine di documenti ufficiali della polizia è emerso che, stando sempre a fonti riservate del dicastero, a Ferguson il 93% degli arresti riguardano afro-americani, nonostante costituiscano soltanto il 67% della popolazione complessiva. Identica appartenenza etnica anche per la maggioranza di coloro che sono rimasti coinvolti in episodi di ricorso alla forza da parte dei poliziotti, come pure di tutti quelli in cui i cani in dotazione di questi ultimi hanno morso comuni cittadini. Sotto il profilo giudiziario, sono sempre gli afroamericani che rappresentano il 95% di tutti coloro che trascorrono in cella un periodo superiore a due giorni, e sono quelli che hanno in assoluto la minore probabilità di essere prosciolti. Inoltre c’è da sottolineare che la maggioranza dei mandati di arresto sono spiccati per illeciti minori, come le violazioni dei codici della strada o dell’edilizia: cioè infrazioni imputate con maggiore frequenza a chi appartiene agli strati sociali più poveri, la cui immotivata penalizzazione da parte della magistratura cittadina già in passato era stata criticata dal ministro della giustizia uscente, Eric Holder.

Il rapporto ha messo anche in evidenza una propensione generalizzata al razzismo da parte della polizia di Ferguson, con scherzi e barzellette sugli afroamericani rinvenuti nelle caselle mail di alcuni funzionari. Dopo la divulgazione ufficiale del documento, i risultati saranno utilizzati come base per una trattativa tra la Giustizia federale e il dipartimento di polizia cittadino: in caso di conclusione positiva, sarà stilato un accordo supervisionato da magistrati di rango più elevato di quelli locali. Senza intesa, invecem al ministero non rimarrà che citare in giudizio le autorità municipali, con conseguenze facilmente immaginabili, in primo luogo per l’ordine pubblico.

Claudia Gennari: