Non solo Donald Trump ma anche Nancy Pelosi, Chuck Schumer e la giovane Alexandria Ocasio-Cortez, oltre ad alcuni giornalisti di successo come Chris Cuomo. Così com'è sembrerebbe un parterre di qualche grande evento politico, magari una festa di Stato. Si tratta invece di alcuni dei nomi finiti sulla lista di Chrisopher Paul Hasson, tenente della Guardia costiera degli Stati Uniti, arrestato a Silver Spring, in Maryland, in quanto accusato di star pianificando una strage di personaggi politici. Formalmente, l'accusa parla di “terrorismo interno”: l'uomo è stato fermato al termine di un'indagine condotta dall'Fbi e dai servizi investigativi della Guardia costiera, dalla quale era emerso un possibile piano volto all'eliminazione di massa di civili e membri della politica americana in un attacco terroristico su larga scala.
La follia
Davvero lunga la lista stilata dal 49enne, militare ritenuto dagli inquirenti un emulo di Andres Breivik, il terrorista norvegese che, nel 2011, uccise 77 persone sull'isola di Utoya. Secondo quanto riferito, infatti, l'uomo avrebbe avuto in dotazione un'incredibile quantità di armi, probabilmente accumulate nel corso degli ultimi 2-3 anni, da fucili a ripetizione fino alle mitragliatrici, oltre a un innumerevole stock di munizioni. Stando agli investigatori, il potenziale attentatore sarebbe affetto da turbe psichiche e idee deliranti, quali la fondazione di “una patria bianca”, obiettivo prefissato e per il quale aveva studiato a fondo il manifesto dello stesso Breivik, facendo propri anche “consigli” su varie sostanze da impiegare sugli altri (come i narcotici) e su di sé (come una certa tipologia di ormoni).
L'indagine
Nel computer di Hasson sono state trovate ricerche a sostegno dell'ipotesi di volontà stragista ma anche chiari riferimenti alla Russia poiché, nonostante l'ossessione per le idee neo-fasciste e neo-naziste, l'uomo si definiva un filo-russo, “appartenenza” ribadita in alcune bozze di mail scritte ma mai inviate. I suoi obiettivi, Hasson li identificava come “traditori” ma, ora come ora, non ci sono sufficienti indizi a sostegno dell'ipotesi che vuole uno (o più di uno) dei suddetti personaggi realmente in pericolo di vita. Si tratta di un caso particolare di potenziale terrorismo interno sul quale gli inquirenti sono tutt'ora al lavoro anche se, già dai primi risultati, è apparso chiaro come il presunto terrorista non si appoggiasse ad alcuna rete, agendo come un lupo solitario.