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Peskov: “Gli Usa vogliono influenzare il voto”

Secondo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov il “Kremlin report“, cioè la lista di oligarchi e aziende considerate vicine a Vladimir Putin e passibili di nuove sanzioni la cui pubblicazione da parte del Tesoro Usa è attesa nelle prossime ore, è un “tentativo diretto ed evidente di influenzare le elezioni presidenziali russe“. Mosca, ha aggiunto Peskov, è tuttavia “sicura” che tale tentativo “non avrà alcun impatto”. 

Possibili contromosse

Secondo quanto scrive oggi il quotidiano Kommersant, in Russia si attende con una certa concitazione la diffusione del report da parte del Congresso americano e si sta valutando da tempo quale potrebbe essere l'impatto delle nuove misure ritorsive. Oggi scade anche il termine entro il quale il presidente Donald Trump può usare i poteri di imporre sanzioni a Mosca, che gli sono stati conferiti dal Congresso con la “Legge sulla lotta contro gli avversari dell'America per mezzo di sanzioni“. Una fonte di alto livello al Cremlino ha dichiarato al giornale russo che si sono svolte riunioni sulle sanzioni in preparazione negli Usa a tutti i livelli: ai vertici delle imprese come nell'amministrazione presidenziale. 

In attesa

Secondo un “funzionario federale“, per ora “non è stata individuata” una ricetta comune e si aspetta di vedere in concreto cosa verrà deciso e annunciato da Washington. Come ha riportato l'agenzia Rbc, intanto le autorità russe hanno adottato alcune misure per proteggere l'industria della Difesa. In particolare, il governo ha annunciato l'istituzione di una banca speciale per lavorare con le aziende del cosiddetto “complesso militare-industriale statale” sulla base della banca Promsvyazbank (Psb), tra gli istituti di credito di cui si aspetta però il risanamento da parte della Banca centrale

Reazioni

“Se le autorità Usa preferiscono troncare i legami economici e di altro tipo con la Russia è un loro diritto, noi ci riserviamo il diritto di rispondere” era stata la prima replica del ministero russo degli Esteri di fronte alla possibilità di nuove misure sanzionatorie. “Comunque è arrivato il tempo per gli strateghi di Washington di pensare che continuando la campagna insensata delle sanzioni, che non ha prodotto e non produrrà risultati di alcun tipo ma si tradurrà solo in danni finanziari per l'imprenditoria americana, dimostrano al mondo la loro impotenza“.

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