Una perizia psichiatrica per Marine Le Pen. L'hanno disposta i giudici francesi perché la leader della destra ha diffuso su Twitter foto di esecuzioni dello Stato islamico. E' la stessa presidente di Rassemblement national a comunicarlo con toni molto polemici: “Dai magistrati bisogna aspettarsi di tutto, credevo di aver visto tutto, e invece no”. “Per aver denunciato gli orrori di Daesch attraverso dei tweet – ha 'cinguettato' Marine Le Pen – la giustizia mi sottopone ad una perizia psichiatrica. Fino a dove vogliono arrivare?“.
Denunciata la misura della magistratura di Nanterre, la deputata francese che alle presidenziali del 2017 ha sfidato Emmanuel Macron ottenendo il record storico di voti per il Front National (oltre 7milioni e 600mila) ha fatto sapere che non intende in alcun modo sottoporvisi. “Non ci andrò, beninteso, aspetto di vedere come i magistrati mi costringeranno”. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha commentato: ''Una procura ordina una perizia psichiatrica per Marine Le Pen. Non ho parole! Solidarietà a lei e ai francesi che amano la libertà!''. Da Twitter giunge un attestato di solidarietà alla Le Pen anche da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. “Solidarietà di Fratelli d'Italia a Marine LePen: se c'è qualcuno che deve essere sottoposto ad una perizia psichiatrica è la magistratura francese, non chi come Marine ha denunciato il pericolo del terrorismo islamico pubblicando le foto delle esecuzioni dell'Isis”. Critico nei confronti della decisione dei giudici anche Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra, che su Twitter ha scritto: “Disaccordo totale con la psichiatrizzazione della politica. Madame Le Pen è responsabile delle sue azioni politiche. Non è vero che per combatterla ogni mezzo è buono e accettabile. Non è con tali metodi che l'estrema destra sarà arginata“.
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La decisione nei confronti della leader di Rassemblement national viene però giustificata da alcuni esperti. Intervistato da 20Minutes, Laurence Blisson, segretario generale dell'Unione Giudiziaria, ha commentato: “È un obbligo per il giudice. C'è una lista di reati che richiedono, prima del giudizio e al momento dell'applicazione della sentenza, una perizia medica e psichiatrica“. “Questo è il caso”, ha proseguito il giurista, quando il reato contestato è “diffusione di immagini violente“.