Francois Fillon, il candidato della destra alle presidenziali francesi, finto nell’occhio del ciclone per essere stato travolto dallo scandalo Penelopegate – ossia i pagamenti fittizi a favore di moglie e figli – è intervenuto ad una conferenza stampa dove è tornato a ribadire di non aver fatto mai nulla di illegale.
Il me culpa
“E’ stato un errore, me ne rammarico profondamente e rivolgo le mie scuse ai francesi“, ha dichiarato in conferenza stampa riferendosi all’assunzione dei familiari in parlamento. Ma Fillon ha sottolineato di aver agito “secondo una pratica legale, che però i miei connazionali non vogliono più” e quindi si può “riformare”. Ha poi accusato il “sistema” di voler “rubare” il voto ai francesi. “Il mio programma disturba il disordine stabilito”, ha aggiunto, denunciando “dieci giorni di linciaggio mediatico in cui solo l’accusa ha preso la parola: e che accusa!”.
Fillon esclude il ritiro
“Nulla mi farà cambiare parere, sono il candidato alle elezioni presidenziali, candidato per vincere”, ha affermato davanti ai giornalisti e respingendo l’ipotesi di un piano B dopo le accuse sul Penelopegate. Rivolgendosi ai media a Parigi il trionfatore alle primarie della destra per la corsa all’Eliseo di primavera ha poi aggiunto: “Linciare, assassinare un candidato come avete fatto in questa settimana, pone un problema per la democrazia“. Fillon ha anche affermato di essere vittima di “attacchi di una violenza inaudita”, una cosa a “mia conoscenza mai vista nella storia della Quinta Repubblica”. “Tutti i fatti evocati sono legali e trasparenti, non ho mai violato la legge“, ha detto il candidato dei Républicains, difendendo il lavoro svolto da sua moglie Penelope e definendolo “indispensabile”.
Nuovi elementi nell’inchiesta
E mentre Fillon cerca di difendersi in tutti i modi, nuovi elementi si aggiungono all’ichiesta giudiziaria, indebolendo sempre di più il candidato dei Republicains. Oltre all’accusa di impieghi fittizi a moglie e figli, gli inquirenti indagano sul titolo di Grande ufficiale della Legion d’Onore attribuita dall’ex premier a Marc Ladreit de Lacharrière, il miliardario proprietario della “Revue des Deux Mondes” che l’anno dopo dopo assunse la moglie Penelope con uno stipendio di 5.000 euro al mese. Inoltre, sempre secondo Le Monde, uno dei figli, assistente parlamentare al Senato, lavorò per la campagna presidenziale del 2007 di Nicolas Sarkozy.