Milioni di pellegrini musulmani si sono recati a Kerbala, un centinaio di chilometri a sud di Baghdad, per una delle ricorrenze più importanti per l’Islam sciita: la data segna ogni anno la fine dei 40 giorni di lutto per il martirio dell’Imam Hussein, nipote del profeta Maometto. Una bomba è esplosa nella notte fra giovedì e venerdì: per garantire la sicurezza dei fedeli, le autorità irachene hanno inetnsificato controlli e misure di sicurezza intorno alla città.
Un ufficiale di polizia riferisce che “una persona è rimasta uccisa e altre quattro ferite”, per lo scoppio di alcuni colpi di mortaio, esplosi “nella zona occidentale della città, poco dopo la mezzanotte”: il numero record di pellegrini di quest’anno ha messo in allarme le autorità locali, che hanno chiesto parecchi rinforzi all’esercito. Anche la Capitale Baghdad è stata messa sotto stretto controllo dalle forze dell’ordine irachene.
Secondo quanto riferito dal governatore della provincia, sono infatti circa 17,5 milioni i pellegrini giunti nella città santa, fra cui “13 milioni di iracheni” e altri “4,5 milioni di 60 diverse nazionalità”: si tratta del numero più elevato mai registrato nella storia dei pellegrinaggi sciiti.
La festa dell’Arbaeen si celebra 40 giorni dopo l’Ashura e segna la fine del periodo di lutto per il martirio di Hussein bin Ali, legittimo erede di Maometto e del potere religioso: forse il punto di maggiore divisione fra dottrina sunnita e dottrina sciita. Proibito durante la dittatura, il pellegrinaggio è ripreso più vivo che mai, dopo la caduta di Saddam Hussein: spesso, però, è anche l’obiettivo di curente azioni terroristiche da parte sunnita.