Per le strade di Parigi hanno sfilato oltre due milioni di persone, forse un numero incalcolabile, per la più grande marcia della storia francese. Insieme al presidente della Repubblica francese Hollande, hanno partecipato oltre 40 tra capi di Stato e primi ministri da molte parti del mondo, in particolare Europa e Africa, i due continenti maggiormente colpiti dalla piaga del terrorismo islamico.
Benjamin Netanyahu, Abu Mazen, re Abdullah di Giordania e gli sceicchi degli Emirati Arabi hanno sfilato vicini gli uni agli altri nel corteo conto la Jihad che ha terrorizzato Parigi. È il momento in cui attorno al presidente francese e ai leader dell’Unione Europea si ritrovano i Paesi del Medio Oriente più accomunati dalla minaccia jihadista sebbene divisi – nel caso di Netanyahu ed Abu Mazen – da forti tensioni. A fianco di Netanyahu ha camminato il nigeriano Goodluck Jonathan alle prese con il brutale terrorismo interno di Boko Haram, la più potente organizzazione terroristica africana.
Corale la presenza dei rappresentanti europei. Oltre Hollande, hanno aderito alla manifestazione anche il cancelliere tedesco Angela Merkel, il primo ministro britannico David Cameron, il primo ministro italiano Matteo Renzi, il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz del Parlamento europeo, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente romeno Klaus Johannis, il capo di governo danese Helle Thorning-Schmidt e poi i primi ministri Charles Michel (Belgio), Mark Rutt (Olanda), Antonis Samaras (Grecia), Pedro Passos Coelho (Portogallo), Enda Kenny (Irlanda), Bohuslav Sobotka (Repubblica Ceca), Robert Fico (Slovacchia), Laimdota Straujuma (Lettonia), Boyko Borisov (Bulgaria), Viktor Orban (Ungheria), Ewa Kopacz (Polonia) e Zoran Milanovic (Croazia).
Al di fuori della UE, oltre a Netanyahu con il suo capo della diplomazia Avigdor Lieberman, al presidente palestinese Mahmoud Abbas e al re di Giordania Abdullah II e alla Regina Rania, non sono mancati il presidente della Confederazione svizzera Simonetta Sommaruga, il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov, il presidente del Kosovo Atifete Jahjaga, i primi ministri di Albania, Edi Rama e Turchia, Ahmet Davutoglu, quello della Georgia, Irakli Garibashvili, il presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, il primo ministro tunisino Mehdi Jomaa e quello olandese Mark Rutte. L’Africa è stata rappresentata dai presidenti del Mali Ibrahim Boubacar Keita, del Gabon Ali Bongo, del Niger Mahamadou Issoufou, del Benin Thomas Boni Yayi. Per l’Egitto il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry. Il Nord America è stato rappresentato dal ministro della giustizia statunitense Eric Holder e dal ministro canadese della Pubblica Sicurezza Steven Blaney. Il Marocco ha evitato l’invio di una delegazione “perché le vignette blasfeme sarebbero state esposte nel corteo”.
In serata il presidente Hollande ha reso omaggio nella Grande Sinagoga di Parigi alle vittime dei terroristi. Con lui, nel Tempio, anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu, oltre a Nicolas Sarkozy. La Grande Sinagoga era rimasta chiusa sabato per la prima volta da decenni. “Siamo in stato di guerra”, ha dichiarato il presidente delle comunità ebraiche, Roger Cukierman, chiedendo misure severe contro il jihadismo, mentre aumenta l’emigrazione di ebrei francesi verso Israele.