Durissima risposta delle forze militari pakistane all’indomani della strage al tempio Sufi rivendicata dall’Isis. Secondo i media ufficiali, sarebbero almeno 39 i sospetti terroristi uccisi dall’esercito in diversi raid in compiuti tutto il Paese e, in particolare, nella provincia meridionale di Sindh, luogo dell’attentato terroristico. Nei raid sono state anche arrestate 47 persone.
Le forze di sicurezza hanno annunciato alcuni dettagli delle operazioni nel Khyber Pakhtunkhwa, riportate nel sito del quotidiano ‘Dawn’. Nel corso del blitz nella zona in precedenza nota come Provincia della Frontiera del Nord Ovest sono state rinvenuti armi automatiche e granate. Inoltre, tre estremisti sono morti in un blitz a Peshawar, quattro sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco nel distretto tribale di Orakzai e altri quattro hanno perso la vita a Bannu. L’obiettivo delle operazioni, rivelano le fonti militari volute rimanere anonime, erano i nascondigli di militanti del Daesh (acronimo arabo per Isis) in tutto il Pakistan.
Nell’attentato al tempio sufi di Lal Shahbaz Qalandar, a Shewan (provincia di Sindh) avvenuto giovedì scorso durante un rituale raduno religioso al tempio, sono morte circa 100 persone, tra cui almeno 20 bambini. Al momento dell’esplosione all’interno del tempio infatti c’erano migliaia di fedeli, famigliole, impegnati a celebrare il Dhamal, un antico rituale del sufismo, corrente religiosa considerata eretica dall’Isis così come dai talebani e Al Qaeda. Sempre l’Isis lo scorso novembre aveva ‘firmato’ una strage simile a quella di ieri contro un tempio sufi in Beluchistan, provincia pakistana sud-occidentale. Allora, il bilancio fu di almeno 52 morti e decine di feriti.