Quella di Las Vegas non era l’unica strage nei piani di Stephen Paddock, il killer del Mandalay Bay autore della carneficina costata la vita a 59 delle decine di migliaia di persone che assistevano al concerto di musica country ai piedi del resort. Questo, almeno, quanto appurato dagli investigatori che, meticolosamente ma con fatica,stanno tentando di ricostruire la vita del 64enne di Mesquite. Tra i suoi obiettivi, secondo lo sceriffo locale, il folle aveva provato a prenotare una stanza in un’altra struttura ricettiva, l’Ogden, nei pressi del quale si sarebbe dovuto tenere un evento simile a quello del Mandalay, tra il 22 e il 24 settembre. A Las Vegas, Paddock chiese appositamente la stanza al 32esimo piano, quando arrivò all’hotel nella giornata di giovedì. Trattandosi di un cliente abituale, come riportato da alcune fonti, pare che avesse ottenuto la possibilità di usufruire gratuitamente della suite.
La versione della compagna
Undici minuti di fuoco, un innumerevole quantità di colpi sparati, almeno 200 dei quali contro una guardia di sicurezza che aveva provato ad avvicinarsi alla sua stanza. Di certo, l’eccidio era stato pianificato nel dettaglio dal killer, un accumulatore seriale di armi da fuoco (pratica iniziata addirittura nel 1982 secondo gli investigatori). La famiglia, però, continua a parlare di lui come di una persona assolutamente normale e anche la compagna di Paddock, Marilou Danley, lo ha descritto in interrogatorio come “un uomo gentile e tranquillo. Lo amavo e speravo per un futuro tranquillo con lui. Non mi ha mai detto nulla o fatto qualcosa che mi facesse capire in alcun modo che qualcosa di orribile come questa sarebbe accaduta”. La donna era all’estero al momento della strage.
Trump incontra i feriti
Niente di nuovo né di utile è dunque emerso dall’interrogatorio della donna, nella quale le Forze dell’ordine riponevano maggior fiducia per l’ottenimento di informazioni rilevanti. Non sapeva nulla dei piani del compagno, non avrebbe mai immaginato che potesse essere capace di compiere un atto così violento ed efferato: elementi già emersi dal colloqui degli investigatori con i familiari di Paddock. Chi li conosceva, ne aveva parlato come una coppia non tranquilla ma spesso insieme a Las Vegas per giocare ai casinò. Intanto, mentre gli inquirenti tentano faticosamente di far luce sui moventi del killer del Mandaly, il presidente Trump si è recato in Nevada, dove ha incontrato alcuni degli oltre 500 feriti.