”Ho paura per la mia vita”. L’affermazione, con gli occhi pieni di paura, è di uno dei due tedeschi rapiti mentre si trovavano su uno yacht e tenuti in ostaggio nelle Filippine meridionali dal gruppo Abu Sayyaf. Settantaquattro anni lui e cinquantacinque lei hanno rivolto un appello al governo di Berlino e alle autorità di Manila: ”Siamo in una situazione difficile. Chiediamo al governo tedesco e a quello delle Filippine affinché facciano tutto ciò che è in loro potere”. Nei giorni scorsi, il sito americano ‘Site’ aveva pubblicato la foto di un terrorista che minacciava di morte uno dei due prigionieri mentre su Twitter è circolata una foto che mostra i due ostaggi, Stephan Okoveix e Henrike Diesen, circondati da individui dal volto coperto, uno dei quali con un machete.
Il gruppo di Abu Sayyaf, ribelli del sud delle Filippine legato prima ad Al Qaeda ed ora agli jihadisti, hanno minacciato di decapitare i due cittadini tedeschi se non otterranno 4 milioni entro il 10 ottobre. Oltre al ricatto di natura economica, i terroristi chiedono che la Germania smetta di dare il proprio sostegno alla missione Nato conto l’Isis in Iraq e Siria. Il governo tedesco ha creato una unità di crisi messa subito al lavoro sul caso, ma ha già replicato alle minacce chiarendo che la strategia contro lo Stato Islamico non cambierà.