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Orban: “O l'Ungheria o gli oligarchi”

Un fiume di ungheresi si è riversato nelle strade di Budapest per celebrare l'anniversario della rivoluzione del 1848 che liberò il Paese dalla dominazione asburgica. Diverse centinaia di migliaia i presenti. Il primo ministro Viktor Orban ha parlato a questo numeroso pubblico festante, davanti al Parlamento, che ha rapito l'occhio per la massiccia presenza cromatica dei colori della bandiera ungherese: verde, bianco e rosso. “Alzate le bandiere, ungheresi, è tempo di combattere!“, ha attizzato le folle Orban. Le elezioni parlamentari del prossimo 8 aprile in Ungheria, ha sottolineato il premier, sono uno snodo cruciale. “Tra meno di quattro settimane decideremo nuovamente il destino dell'Ungheria, ma questa volta non si tratta solo dei prossimi quattro anni”, ha detto. “Ci vorranno diversi decenni – ha proseguito Orban – per cedere volontariamente il nostro Paese a stranieri che arrivano da altri continenti, che non parlano la nostra lingua, non rispettano la nostra cultura, le nostre leggi e stile di vita”.

Contro l'immigrazione di massa

Lo spettro dell'immigrazione incontrollata è stato agitato a più riprese dal capo del governo. Alle urne – ha rilevato, mentre campeggiava sotto il palco un grosso striscione con scritto 'L'Ungheria prima di tutto' – il suo partito non dovrà soltanto battere l'opposizione, ma una rete internazionale organizzata, “quella degli oligarchi”. Secondo il premier – come riporta AgenziaNova – la vittoria dell'opposizione contribuirebbe, nei prossimi 10-20 anni, a portare decine di milioni di persone dall'Africa e dal Medio Oriente in Europa e dunque in Ungheria. “Mai prima d'ora la tensione tra le forze nazionali e globali – ha aggiunto – è stata così chiara e così forte”. Orban ha lanciato anche un allarmante messaggio “alla gioventù dell’Europa occidentale”, che – ha detto – “vivrà per vedere quando diventeranno una minoranza nel loro Paese e perderanno l’unico posto nel mondo che chiamano casa”. Nella sua battaglia per la difesa dei confini e delle tradizioni, l'Ungheria di Orban trova nella Polonia un ferreo alleato. Sempre AgenziaNova riferisce che il premier magiaro ha detto che la solidarietà tra Polonia e Ungheria è una fonte di forza: se Varsavia è forte, Budapest rimane in piedi, e viceversa.

Le altre manifestazioni

Sempre nell'anniversario della rivoluzione del 1848, hanno svolto comizi anche i vari partiti che si oppongono al Governo. Adesioni tuttavie esigue: secondo la France Press, in tutto le varie manifestazioni degli avversari di Orban non hanno raccolto più di 15mila persone. Un raduno congiunto è quello che hanno preparato i socialisti (che sono stati al Governo prima di Orban per 8 anni), altri partiti di sinistra e i liberali. Giornata di manifestazione anche per il partito nazionalista Jobbik, che secondo sondaggi riportati da Il Piccolo, è quotato al secondo posto con il 16% di consensi. Ancora più distanziati i socialisti, al 12%, i liberali all’8% e la Coalizione democratica, ferma al 7.

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