Domenica 8 aprile gli elettori ungheresi saranno chiamati a votare per un governo sovrano o per un esecutivo “internazionalista fondato da George Soros“. L'aut aut è stato evocato dal primo ministro ungherese, Viktor Orban, in un'intervista all'emittente radiofonica pubblica di Budapest riportata da AgenziaNova.
In vista delle imminenti elezioni parlamentari, Orban ha lanciato una nuova invettiva contro il magnate statunitense di origine ungherese Soros, dipinto da Budapest come la “mente occulta” dell'immigrazione di massa che minerebbe le radici cristiane dell'Europa. Il Parlamento ha preso una serie di misure denominate “Stop Soros” che ha proprio l'obiettivo di limitare le attività delle fondazioni e delle ong in cui è coinvolto il miliardario. Tra le misure prese, un'alta tassazione per le donazioni straniere a centri culturali o altri enti che operano in Ungheria.
A tal proposito, nel corso dell'intervista Orban ha fatto riferimento – riferisce sempre AgenziaNova – ad alcune registrazioni audio che, a suo dire, rivelerebbero i meccanismi attraverso cui venivano sfruttati dei fondi di Soros per il reclutamento di attivisti nelle ong al servizio degli obiettivi dell’imprenditore statunitense. Tra questi obiettivi, appunto, ci sarebbe l'organizzazione dei flussi migratori di massa degli ultimi anni. Il premier ungherese è dell'idea che questi flussi hanno l'obiettivo di eliminare “le basi su cui si fondano le nazioni e l'Europa cristiana”. Fa parte di questo piano, prosegue Orban, anche l'attacco mediatico ai governi che si oppongono alle politiche migratorie dell'Unione europea.
Il capo del governo magiaro ha agitato lo spettro che “i burocrati di Bruxelles” a giugno, ossia quando terminerà la presidenza di turno bulgara del Consiglio Ue, potrebbero stabilire un nuovo sistema di ricollocamento dei migranti che obbligherebbe l'Ungheria ad accogliere 10mila immigrati e pagare loro il mantenimento. Pertanto, ha continuato Orban, gli elettori l'8 aprile dovranno scegliere se votare chi difende gli interessi nazionali o no. Il problema politico è, secondo il primo ministro, “se si potrà preservare il nostro modo di vivere o soccombere a influenze esterne”. I giovani dell'Europa occidentale devono prepararsi a una vita in cui potrebbero perdere l'Europa cristiana e diventare una minoranza nelle loro terre, ha concluso Orban, il cui partito Fidesz secondo i sondaggi è dato in vataggio rispetto agli avversari con il 39% delle preferenze.