I colloqui di Vienna tra i membri dell’Opec sul coinvolgimento di Iran e Iraq nel piano di tagli alla produzione per ridurre l’eccesso di offerta del petrolio si sono chiusi con un nulla di fatto. Secondo Bloomberg, che cita fonti vicine alla vicenda, la questione sarebbe stata rimandata al 30 novembre.
Il rappresentante libico dell’Opec Mohamed Oun ha spiegato che l’incontro si è concluso con un consenso generale che verrà presentato ai ministri. Secondo alcuni delegati le continue questioni sulla produzione di Iran e Iraq non impediscono il raggiungimento dell’accordo la prossima settimana, tuttavia la mancata intesa lascia aperta la possibilità che non vengano attuati i tagli decisi con l’intesa preliminare di fine settembre, quando si è deciso di far scendere il tetto della produzione a 32,5 milioni di barili dai 33,6 stimati ad ottobre.
Nell’incontro di martedì, riporta il Wall Street Journal, i funzionari dei vari Paesi hanno discusso di una riduzione della produzione del 4,5% per la maggior parte dei membri Opec. Se attuato un simile piano ridurrebbe la produzione dell’Opec più velocemente di quanto prospettato a settembre. Ma Teheran e Baghdad, che sono il secondo e il terzo maggior produttore dell’organizzazione, avrebbero detto agli altri membri di essere riluttanti nell’andare avanti con un taglio di queste dimensioni. In particolare l’Iraq avrebbe affermato di aver bisogno dei ricavi dal petrolio per portare avanti la propria guerra contro l’Isis; mentre l’Iran intende riguadagnare la quota di mercato che ha perso durante il periodo delle sanzioni.