L’Isis ha perpetrato in Siria “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” e i comandanti dell’Isis “sono individualmente e penalmente responsabili per questi reati”. Sono queste le rivelazioni shock dell’ultimo rapporto stilato dalla Commissione di inchiesta dell’Onu sulla Siria pubblicato venerdì sera a Ginevra. Gli indicibili abusi, le gravi violazioni e i crimini commessi contro i siriani sono stati “deliberati e calcolati” ed i “comandanti dell’Isis hanno agito intenzionalmente, perpetrando crimini di guerra e contro l’umanità”.
Nelle 20 pagine del rapporto dell’Onu, redatte in inglese, si riportano le prove di come l’autoproclamato Stato Islamico stia commettendo crimini contro l’umanità su larga scala nelle aree controllate. Il numero delle “wilaya” (province) rivendicate dall’Isis in seguito all’espansione del gruppo all’interno della Siria nel 2013 è salito a 16. Tra queste ci sono le province di al-Raqqa, Homs, Aleppo, Damasco e Laodicea. La sede del potere dell’Isis è il governatorato di al-Raqqa. Il rapporto denuncia anche la presenza di molti combattenti stranieri nelle file dell’Isis, arruolati attraverso video di propaganda che i jiahdisti pubblicano online.
Il rapporto prosegue descrivendo come i jihadisti siano responsabili di decapitazioni, uccisioni per lapidazione e omicidio di civili e prigionieri. Nelle aree siriane dove sono presenti i jihadisti vige “un’interpretazione radicale della legge islamica, controllata dalla polizia morale che attua frustate o persino amputazioni per semplici furti”, o per gesti “contrari alla loro legge, come fumare le sigarette”. Le esecuzioni – si legge nel rapporto – avvengono in pubblico: si tratta di decapitazioni, uomini presi a sassate, ma non solo. Spesso tra le vittime ci sono donne e bambini”. Le esecuzioni sono avvenute ad Aleppo, Raqqa, Idlib, Al-Hassakeh e Deir al-Zor. In queste città testimoni oculari hanno visto “corpi delle vittime ancora sanguinanti esposti al pubblico in strade e incroci come avvertimento”.
Gli esperti che hanno compilato il dossier chiedono che i vertici dell’Isis – tra cui anche l’autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi – vengano ritenuti penalmente responsabili per crimini contro l’umanità e che vengano processati dalla Corte Penale Internazionale con sede all’Aja.