Il governo nord coreano, da anni, è particolarmente restìo all’accesso di giornalisti ed attivisti all’interno dei propri territori ed ammette nei propri confini pochissimi gruppi. Di conseguenza, le informazioni che riguardano i suoi cittadini sono sempre più difficili da reperire, ma le indagini di esperti e Ong continuano a svolgersi, e due giorni fa, presso il Palazzo di Vetro di New York, sono stati annunciati dai leader mondiali numeri preoccupanti: la distribuzione di cibo alla cittadinanza, uno dei fondamenti del sistema socio-politico della Corea del Nord, ha toccato nell’agosto 2014 il suo picco più basso degli ultimi quattro anni. Il governo, infatti, ha fornito una media di 250 grammi di cibo al giorno agli abitanti, e considerando che secondo il World Food Programme delle Nazioni Unite la razione minima per la sopravvivenza è di 573 grammi giornalieri, si può ritenere che “la maggior parte della popolazione ordinaria della Corea del Nord non riceve il nutrimento necessario agli esseri umani, e quindi è a rischio di malnutrizione acuta”. I dati di luglio sono poco maggiori di quelli del mese successivo e quelli degli ultimi sette mesi del 2013 non si muovono dai 300 grammi quotidiani. Secondo gli esperti del Paese, la causa di questa crisi è da ricercare innanzitutto nella grande siccità che ha travolto le terre nord-coreane nell’ultimo anno, e in secondo luogo nelle sanzioni internazionali causate dal programma nucleare del regime di Kim. Alcune fonti parlano di cibo che non è realmente tale: le razioni, molto spesso, vengono “ingrandite” da celerali mischiati con pietre polverizzate.
Gli aiuti umanitari alla Nord Corea sono stati fermati dalla comunità internazionale dopo le ultime provocazioni militari del regime di Pyongyang, che nel marzo del 2013 aveva organizzato una serie di lanci missilistici causa di una grave crisi, che avevano portato la presidente conservatrice della vicina Corea del Sud Park Geun-hye a bloccare l’assistenza alla popolazione.
Le Nazioni Unite, per concludere l’assemblea al Palazzo di Vetro, hanno invitato fortmente governi ed Organizzazioni a “trovare una strada per riprendere l’avvio di aiuti umanitari”.