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Omicidio Caruana Galizia, grazia all'uomo arrestato

Arrestato l'uomo accusato di aver fatto da intermediario fra i mandanti e il killer dell'omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa nell'isola di Malta con una bomba innescata nella sua auto lo scorso 16 ottobre 2017. Secondo quanto riportato da alcuni media del luogo, come il Times of Malta e Malta Today, l'uomo potrebbe addirittura ricevere una grazia presidenziale in cambio però d'informazioni vitali che porterebbero a sciogliere il caso e trovare l'identità dei mandanti dell'omicidio. 

La grazia in cambio d'informazioni

Le condizioni per la sua grazia hanno provocato diverse discussioni tra la polizia, il procuratore generale e il premier Jospeh Muscat, discussioni che si sono protratte fino alla tarda notte di lunedì, in quanto i termini del provvedimento non erano ancora stati chiariti del tutto. Ma negli ultimi giorni, le indagini della polizia pare avrebbero portato a conferme delle dichiarazioni rilasciate dall'uomo, tanto che sarebbero già stati individuati almeno uno o due degli uomini sospettati di aver partecipato al mandato di uccisione di Caruana Galizia. 

Il pensiero di Paolo Borrometi

Quello del collaboratore di giustizia, sottolinea il giornalista Paolo Borrometi, è un tema fondamentale anche se può essere definito “brutto” in quanto porta a barattare informazioni per benefici personali. Si tratta però di un “male necessario” in quanto, con le informazioni ricevute, spesso le autorità riescono a venire a capo di crimini ancora irrisolti e a fare giustizia. Una sete di giustizia quella per Caruana Galizia che ha portato lo stesso Borrometi insieme al collega Sandro Ruotolo ad organizzare una petizione su Change.org che ha raccolto le oltre 50 mila firme “per chiedere verità e giustizia per Daphne, giornalista di un Paese vicino al nostro, Malta, assasinata con un'autobomba per il suo lavoro di giornalista”. E se da una parte viene da chiedere allo stesso Borrometi quanto oggi sia sicuro fare il giornalista in Italia e nel mondo, lo stesso risponde che “bisogna battersi per la libertà d’informazione, libertà che non riguardarda più soltanto i confini del proprio paese d’origine. Una libertà che riguarda soprattutto il cittadino che ha diritto ad essere informato, a conoscere la realtà che vive quotidianamente per scegliere da che parte stare. Perchè se sono liberi a Malta, siamo liberi anche noi e nell’era della rete, di internet, che supera longitudini e latitudini vuol dire aver capito la posta in gioco”.

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