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Ok del Parlamento: la Turchia va in Libia

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Mantiene la promessa il governo turco che, in Parlamento, incassa l'approvazione necessaria a sciogliere ogni riserva sull'intervento militare di Ankara al fianco delle forze di al-Sarraj, in Libia. Il definitivo sì è arrivato con 325 voti a favore contro 184, dando così il via libera all'ennesima forza straniera a scendere in campo nell'affollato scacchiere libico, alimentando ancora una volta il dibattito sulla discutibile efficacia della soluzione militare come risoluzione del conflitto, che l'Ue non manca di sottolineare a strettissimo giro: “Abbiamo sottolineato in varie occasioni, l'ultima è stata il 23 dicembre scorso, che non esiste una soluzione militare per il conflitto in Libia – ha spiegato uno dei portavoce del servizio di azione esterna dell'Unione europea, Peter Stano -. L'Ue ribadisce a tutte le parti interessate il suo appello a cessare tutte le azioni militari e riprendere il dialogo politico”.

Washington e Il Cairo

L'iniziativa della Turchia non è passata inosservata a livello internazionale, nemmeno negli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump che torna a stigmatizzare “ogni interferenza esterna”, lanciando l'ennesimo monito a Erdogan e alla sua politica interventista in Libia. Sulla stessa linea anche l'Egitto di al-Sisi che “condanna nei termini più forti” il “passo del Parlamento turco” con cui è stato deciso di “inviare forze turche in Libia”. In questo caso, la contrarietà arriva in virtù del diverso schieramento dell'Egitto nel conflitto del confinante Stato libico, in quanto Il Cairo appoggia le truppe del generale Haftar. Anche in questo caso, l'intervento militare rientra nel novero degli schieramenti condannati da chi fa appello alla soluzione di dialogo fra le forze in campo, comprese le numerose realtà locali. Al momento, secondo le stime delle Nazioni Unite, il conflitto armato in Libia ha causato almeno 2 mila morti fra i combattenti e quasi 300 fra i civili.

La critica dell'Italia

L'Italia ha fortemente criticato la missione di un anno avviata dalla Turchia, sostenendo, attraverso un tweet del viceministro degli Esteri, Marina Sereni, come “il voto del Parlamento turco sulla Libia aumenta le tensioni in un quadro già drammatico. La missione Ue proposta dall'Italia è sempre più importante per chiedere a tutti gli attori di rispettare l'embargo Onu, far tacere le armi, ridare voce alla politica”.

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