Dall'inizio del conflitto armato a Tripoli almeno 9.500 persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case. Lo scrive l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) in un “aggiornamento flash” sulla situazione nei dintorni della capitale, precisando che 3.500 sono gli sfollati solo nelle ultime 24 ore.
Preoccupazione
“La comunità umanitaria rimane gravemente preoccupata per la sicurezza e la sicurezza dei civili bloccati nelle aree colpite dal conflitto alla periferia di Tripoli”, si legge nella nota, nella quale si segnala che “le richiesta di evacuazione in zone più sicure a Tripoli di almeno 3.250 persone non hanno potuto ricevere risposta. Ciò significa che 9 famiglie su 10 che hanno chiesto di essere evacuate non possono essere raggiunte”. La comunità internazionale continua a chiedere una tregua umanitaria temporanea per consentire la fornitura di servizi di emergenza e il passaggio volontario di civili, compresi quelli feriti, da aree di conflitto.
Ue divisa
L'Ue, intanto, trova una posizione comune, superando l'opposizione della Francia. Dopo un iniziale tira e molla, è passato un documento in cui si chiede lo stop a tutte le operazioni militari in Libia, sfumando il riferimento diretto al generale Khalifa Haftar, di cui Parigi è grande sponsor. Nel pieno dell'offensiva dell'uomo forte della Cirenaica per strappare Tripoli al premier Sarraj, si è consumato un nuovo strappo tra le diplomazie europee. Parigi durante il Vertice Ue aveva bloccato il testo iniziale della dichiarazione in cui si chiedeva ad Haftar di fermarsi, proprio per il riferimento diretto della condanna al generale. Questa circostanza è stata smentita dal portavoce del ministero degli Esteri francese, ma Italia e Svezia hanno presentato alcuni emendamenti, sostenute anche da Germania, Regno Unito e Olanda, che hanno prodotto un nuovo documento, approvato infine dai 28. Nel testo, si avverte che l'attacco lanciato dalla forze di Haftar “mette in pericolo civili e blocca il processo politico“. Ma allo stesso tempo si chiede a “tutte le parti di fermare immediatamente le operazioni militari”, quindi anche le milizie che fanno capo al governo di Tripoli. E soprattutto, non si nomina più Haftar, ma solo il suo esercito, l'Lna.