Gli Stati Uniti metteranno fine alle sanzioni contro il Myanmar, lo ha dichiarato il presidente Barack Obama durante l’incontro alla Casa Bianca con Aung San Suu Kyi, leader e attivista politica birmana. I due premi Nobel hanno avuto un lungo confronto, durante il quale Obama ha espresso la volontà di interrompere le sanzioni imposte per la violazione dei diritti umani ai tempi della dittatura militare in Myanmar.
“Gli Stati Uniti, le nostre imprese e organizzazioni non-profit saranno più incentivati a investire ed essere attivi in un paese che, speriamo, sarà sempre più un nostro partner democratico nella regione”, ha affermato il presidente Obama, che di fatto ha concluso un processo di riduzione delle sanzioni iniziato nel 2011, dopo il rilascio dell’icona della resistenza birmana.
Dal canto suo, Aung San Suu Kyi, che a novembre ha trionfato con il suo partito alle prime elezioni libere dopo 25 anni, ha espresso la sua soddisfazione: ” vi invitiamo a venire nel nostro paese per vedere perché dovete investire e come potrete farlo in modo che possiamo ottenerne il massimo beneficio possibile”.
Gli sforzi della leader birmana per riformare la costituzione e creare una democrazia, però, oggi si scontrano con una situazione ancora ambigua, in cui militari sono di fatto titolari di importanti interessi economici e hanno un quarto dei seggi in parlamento.