Il nome, stavolta, è Petya ma, in sostanza, quello che sta accadendo corrisponde in gran parte agli effetti di WannaCry. Un altro attacco hacker a livello globale, definito addirittura “senza precedenti” dalla Bbc, sta mandando in tilt i sistemi operativi di alcune fra le principali aziende mondiali, in particolare in Europa (Russia e Ucraina in testa). Secondo quanto riportato finora, persino la centrale di Chernobyl sarebbe stata messa nel mirino dai pirati informatici. A individuare il virus è stata la società di cybersicurezza “Group-Ib”: il procedimento, secondo quanto riferito dall’agenzia “Tass”, sarebbe lo stesso del ransomware che, nel mese di maggio, aveva colpito i computer di numerose società rendendone inaccessibili i file fino al pagamento di un riscatto in Bitcoin pari a 300 dollari.
Hacker su Chernobyl
A denunciare per prima un presunto attacco informatico era stata la compagnia danese “Maersk”, impegnata nell’ingegneria navale, seguita dopo poco dal gruppo pubblicitario WPP, dalla società francese “Saint-Gobain” e dalla tedesca “Metro”. In breve, sempre più aziende, dalla Gran Bretagna ai Paesi dell’Est Europa, hanno lanciato l’allarme: da note catene commerciali agli aeroporti internazionali, fino alla stessa centrale vittima del disastroso incidente del 26 aprile 1986, dalla quale sono stati segnalati come “parzialmente fuori uso” i sistemi impiegati per monitorare i livelli di radiazione. Non si tratterebbe, peraltro, del primo attacco attribuito al virus Petya il quale, già nel 2016, era stato segnalato come responsabile di tentativi di accesso pirata nei principali sistemi informatici globali. Secondo quanto riferito da “Group-Ib”, il ransomware starebbe sfruttando lo stesso codice Nsa decrittato e poi impiegato da WannaCry.
Dalla Russia agli Usa
A dare notizia di un “potente attacco” subito è stata anche la società petrolifera russa “Rosneft”, la quale ha fatto sapere che “l’attacco avrebbe potuto portare a serie conseguenze ma, grazie al fatto che la società è passata a sistemi di backup per controllare i processi, né la produzione né la preparazione hanno subito dei fermi”. Su Twitter è comparso un post pubblicato dal vice premier dell’Ucraina, Pavlo Rozenko, il quale ha spiegato che i server del governo sono stati violati, mostrando l’immagine di un computer con la schermata di errore. Nel frattempo, anche dagli Stati Uniti è arrivata la notizia di un tentativo di attacco hacker: a darne notizia è stato il gruppo farmaceutico “Merck”, prima società d’oltreoceano a fornire la segnalazione. Via Twitter, la società ha spiegato “che la nostra rete di computer è stata compromessa oggi come parte dell’attacco hacker globale. Stiamo indagando e forniremo informazioni addizionali non appena le avremo”.