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NUOVO ATTACCO A PALMIRA: L’ISIS DISTRUGGE IL TEMPIO DI BAAL SHAMIN

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Ancora una volta l’Isis mette in atto la sua campagna di distruzione dei monumenti sacri e delle opere d’arte. Questa volta a essere colpito è uno dei principali templi che si trovano a Palmira. E’ quello di Baal Shamin, situato a poche decine di metri dal teatro romano al centro della città, dove lo stato islamico ha eseguito anche alcune esecuzioni. Così, cinque giorni dopo aver decapitato su una piazza pubblica Khaled al Asaad, 81 anni, uno dei massimi esperti di antichità ed ex direttore del sito archeologico dell’antica perla del deserto siriano, i militanti dell’autoproclamato Califfato hanno sferrato un nuovo attacco all’antica città siriana.

Il santuario di Baal Shamin (il signore del Cielo) è del secondo secolo dopo Cristo ed è dedicato ad una divinità assimilabile a Mercurio. Anche questa volta a dare la notizia della distruzione dell’antico monumento è l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che ha raccolto le testimonianze di alcuni cittadini che sono fuggiti per allontanarsi dalle barbarie dei militanti jihadisti. Secondo quanto dichiarato dal direttore delle Antichità e dei musei siriani, Maamoun Abdulkarim, all’interno del santuario è stata posizionata “una grande quantità di esplosivo nel tempio e l’edificio è stato in gran parte distrutto: la cella e le colonne che la circondano sono crollate”. Ma secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’esplosione è avvenuta circa un mese fa.

Gli edifici più importanti di Palmira, compreso il tempio distrutto dedicato a una divinità assimilabile a Mercurio, furono costruiti quasi interamente dai romani e dai loro alleati tra il primo e il terzo secolo dopo Cristo. Il sito archeologico della “Sposa del deserto” – così viene chiamata Palmira che proprio fra il I ed il III secolo d. C. ebbe un notevole sviluppo, anche grazie alle carovane di viaggiatori e di mercanti che la usavano come punto di sosta durante i loro viaggi – è caduto nelle mani dell’Isis lo scorso maggio e da allora è stato palcoscenico di violenze ed atrocità. In un video diffuso all’inizio di luglio dall’Ondus, vengono mostrate le scioccanti immagini di 25 soldati siriani inginocchiati con alle spalle altrettanti giovani – alcuni ragazzini di forse 13 o 14 anni – che li uccidono con un colpo alla nuca. Al Asaad è stato invece ucciso il 18 agosto. Venne decapitato sulla piazza pubblica davanti al museo che ha diretto per decenni, e il suo cadavere è stato appeso ad una colonna romana.

Manuela Petrini: