Nuove tensioni tra Mosca e Kiev, in seguito alla cattura, da parte dei servizi speciali ucraini, di due soldati russi. La cattura è stata confermata sia dalla Russia che dall’Ucraina, ma con due versioni molto differenti. Per il Cremlino, gli 007 di Kiev arrestato i militari in Crimea “illegalmente” e li avrebbero portati nel territorio da loro controllato. I due militari, non sarebbero stati presi prigionieri nel Donbass – il territorio ucraino conteso dai russi – ma “rapiti” in Crimea. Le manette per i due uomini sarebbero scattate durante un raid ucraino domenica mattina e poi trasferiti nella regione di Nikolayev. Gli ucraini, invece, sostengono che i due soldati siano due disertori passati alle file dell’esercito russo e affermano di averli catturati dopo che avevano attraversato il confine a Chonhar.
“Consideriamo quest’azione dei corpi di sicurezza ucraini una clamorosa provocazione – ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russo – e chiediamo che vengano immediatamente rilasciati”. Inoltre, secondo le informazioni della Difesa, i servizi speciali ucraini stanno cercando di falsificare un procedimento penale e provare che i due hanno commesso reati contro l’Ucraina. Oltre a ciò, al ministero non escludono che i militari russi possono essere sottoposti ad una “pressione fisica e psicologica per ricevere confessione giuste”.
Circa un mese fa, gli accordi raggiunti con la mediazione di Angela Merkel sembravano avere permesso qualche passo in avanti nei rapporti dei due Paesi, aumentando il potere degli osservatori Ocse che monitorano la situazione nei territori contesi del Donbass. Rapporti che potrebbero subire una nuova rottura a causa della nuova crisi.