“Tra pochissimo il presidente Donald Trump firmerà il progetto di legge per rafforzare le sanzioni Usa contro la Russia”. Lo ha annunciato il vice presidente americano Mike Pence ai giornalisti a Tbilisi. La notizia è stata riportata per prima dall’agenzia russa Interfax, che in un primo momento aveva parlato di un via libero già avvenuto, salvo poi correggersi.
Il Congresso americano ha approvato l’inasprimento delle sanzioni economiche e finanziarie nei confronti di Mosca, dell’Iran e della Corea del Nord nella notte tra giovedì e venerdì. Le misure contro la Russia, in particolare, sono un colpo durissimo per Trump. Il Parlamento americano ha praticamente legato le mani al presidente, che non ha più libertà di azione senza l’ok del Congresso. Il numero uno della Casa Bianca ha contro oltre due terzi dei parlamentari e il Congresso a maggioranza trasversale ha preso in mano il pallino, preoccupato dall’atteggiamento di Trump verso la Russia e della conseguente inchiesta Russiagate.
Come ritorsione il Cremlino espellerà dal suolo russo 755 diplomatici americani. A dare il numero esatto, con sguardo minaccioso, è stato lo stesso Vladimir Putin in un’intervista esclusiva con il canale televisivo Rossiya 1. Una mossa “causata delle politiche di Washington” dopo che “gli Usa hanno fatto una mossa che non è stata provocata da niente, solo per peggiorare le relazioni russo-statunitensi”. Chiaro il riferimento alle recenti sanzioni, e non solo, decise al Senato Usa. Ma anche al fatto che lo scorso gennaio, dopo le precedenti misure punitive, volute dall’amministrazione di Barack Obama, Putin aveva deciso di dare una possibilità alla successiva amministrazione presidenziale repubblicana.
Ora invece, come ha scritto la stampa russa, si tratta di numeri mai visti: un’espulsione di massa di diplomatici americani. L’annuncio di Putin inoltre rispecchia il galateo del Cremlino per le grandi occasioni. Tocca infatti al capo di Stato dare il numero esatto quando l’evento, in genere tragico, diventa storico. Dal numero delle vittime per l’affondamento del sottomarino Kursk a oggi, è sempre stato il leader ad andare in tv e tirare le tristi somme. In questo caso a ufficializzare il numero più alto della storia di funzionari stranieri cacciati dal Paese, senza risparmiare l’affondo: “La misura farà male”.