Nonostante l’accordo del 2 aprile continua a tener banco la questione del nucleare iraniano. Mentre Obama attende che il Congresso convalidi l’intesa, Teheran continua a vincolare il protocollo alla rimozione delle sanzioni contro l’Iran. In un intervento sul New York Times il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha invitato gli “usa e i loro alleati in Occidente a fare una scelta fra collaborazione e scontro” perché per l’accordo definitivo “serve più volontà politica”. “A inizio mese abbiamo fatto progressi importanti in Svizzera – ha spiegato il capo della diplomazia iraniana – Abbiamo concordato sui parametri per rimuovere qualsiasi dubbio circa l’esclusiva natura pacifica del programma nucleare dell’Iran e per la revoca delle sanzioni internazionale contro l’Iran”. Ma per raggiungere l’obiettivo finale Teheran chiede uno sforzo ulteriore alla sua controparte; “con una leadership coraggiosa e con audacia possiamo prende le decisioni giuste” ha sottolineato Zarif.
Il ministro ha parlato poi della necessità di concentrare l’attenzione anche sulla regione, che è in “subbuglio”, e sostiene che “il mondo non possa permettersi di continuare a evitare di affrontare le radici del caos nella grande regione del Golfo Persico”. Il riferimento è alla crisi nello Yemen, sulla quale l’Iran ha assunto una posizione molto chiara, condannando l’intervento militare saudita. “Non possiamo rimanere indifferenti di fronte all’incomprensibile distruzione intorno a noi – ha scritto ancora – perché il caos non conosce confini”. E’ giunta l’ora, quindi, “di iniziare a occuparsi delle cause delle tensioni nella regione perché non si può ottenere la sicurezza a spese dell’insicurezza degli altri e perché nessuna nazione può realizzare i propri interessi senza tener conto degli interessi altrui”.
Sulla lotta al terrorismo Zarif rivolge precise accuse agli Stati Uniti e ai loro alleati che avrebbero permesso “la crescita in Yemen e Siria di al-Qaeda e dei suoi fratelli ideologici, come in Iraq il cosiddetto Stato Islamico, che non è né islamico né uno stato”. Il ministro ha suggerito quindi la via del “dialogo” tra gli attori nella regione con l’aiuto delle Nazioni Unite per porre fine ai disordini e ha chiesto la creazione di un “forum di dialogo nella regione del Golfo Persico”. Zarif ha definito la situazione in Yemen come una “crisi dolorosa e inutile”, ribadendo che Teheran ha proposto un “approccio ragionevole e pratico” con un “piano che chiede il cessate il fuoco immediato, l’assistenza umanitaria e di facilitare il dialogo yemenita arrivando alla creazione di un governo di unità nazionale”.