La dichiarazione del presidente iraniano, Hassan Rouhani, sul nucleare, sembrano dimostrare un passo indietro da parte della Repubblica Islamica sulle decisioni raggiunte con fatica a Losanna. Il leader di Teheran avverte che il 30 giugno, data ultima per ufficializzare l’intesa, non ci sarà nessun accordo se prima non verranno ritirate tutte le sanzioni.
Le potenze occidentali, Usa in primis, hanno invece previsto nell’incontro in Svizzera di revocare le misure punitive introdotte nel corso degli anni solo dopo la verifica del rispetto degli impegni assunti dalla Repubblica Islamica da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. “Non firmeremo alcuna intesa fino a quando tutte le sanzioni non saranno rimosse nella data stabilita. Vogliamo un accordo che rappresenti una vittoria per tutte le parti coinvolte nei colloqui”, ha puntualizzato Rouhani.
Il monito è rivolto soprattutto agli Stati Uniti che da sempre hanno promosso una graduale abolizione delle restrizioni economiche, una forma di garanzia sul programma per il nucleare approvato negli ultimi giorni Diciotto mesi e otto giorni di lunghe trattative sembravano essere bastate, ma a distanza di una settimana dalla riunione del 5+1 con l’Iran a Losanna, le dichiarazioni del presidente della Repubblica Islamica sgretolano le certezze delle potenze mondiali sulla possibilità di trovare un punto di incontro sul tema del nucleare.