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NUCLEARE, OBAMA CERCA IL SI’ DEL CONGRESSO. ROHANI: “VIA LE SANZIONI O NIENTE ACCORDO”

La partita sul nucleare non è ancora chiusa. Ieri è stata attribuita al Congresso il potere di ratificare l’accordo raggiunto prima di Pasqua. La commissione Esteri del Senato Usa ha, infatti, approvato all’unanimità (19 sì e nessuno no) con totale condivisione bipartisan tra repubblicani e democratici, un provvedimento che attribuisce all’assemblea legislativa statunitense il compito di rivedere l’intesa con la Repubblica islamica. Testo che però ha ricevuto il sostanziale placet della Casa Bianca rispetto all’originale che avrebbe potuto far deragliare i colloqui. Si tratta comunque di una forzatura nei fatti perché Barack Obama non intende rinunciare alle sue prerogative presidenziali, che in tema di trattati internazionali gli consentono di fare a meno di Camera e Senato. E tuttavia mentre il Presidente può snobbare il Congresso sull’intesa, altrettanto non può fare sulla revoca delle sanzioni. In tema di sanzioni solo il Congresso può decidere.

Proprio in questo senso, allora, vanno interpretate le parole del presidente iraniano Hassan Rohani che ha posto ancora una volta la rimozione delle sanzioni quale condicio sine qua non per andare a dama sul nucleare. “La nostra controparte non sono il Senato o il Congresso Usa, è il gruppo 5+1- ha scritto dal suo account Twitter. Devono capire che se non c’è la fine delle sanzioni, non ci sarà un accordo”. Rohani a ha poi spiegato: “Quello che vogliono il Senato Usa, il Congresso, i loro alleati e gli hardliner non è un affare che ci riguarda. In cambio del nostro impegno, della nostra buona volontà e del nostro rispetto, chiediamo altrettanto”. Secondo Rohani “non è solo il popolo iraniano a volersi impegnare economicamente e culturalmente con il resto del mondo, sono le aziende straniere e gli investitori a non poter aspettare un accordo definitivo”.

Intanto l’accordo fra Obama e il Congresso è stato accolto positivamente da Israele, il Paese più interessato dall’esito dell’affaire sull’energia atomica di Teheran. Il ministro dell’Intelligence, Yuval Steinitz, ha espresso tutta la sua soddisfazione per quella che viene definita una vittoria di Netanyahu e della sua politica. “Il suo discorso al Congresso – ha detto alla Radio israeliana – è stato decisivo nel raggiungimento di questa legge, che è un elemento molto importante nel prevenire un cattivo accordo, o almeno, per migliorare l’accordo e renderlo più ragionevole”

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