Il discorso di dimissioni dalla carica di ministro degli Esteri segna l'inizio della rincorsa di Boris Johnson alla guida del Partito Conservatore. L'ex sindaco di Londra, infatti, davanti al Parlamento inglese ha confermato la sua decisione di abbandonare l'esecutivo in aperto disaccordo con Theresa May e la sua linea di un divorzio “soft” dall'Europa. Si aggrava, dunque, la crisi del governo inglese apertasi dopo il via libera del primo ministro al mantenimento di un'area di libero scambio merci con l'Ue. Una decisione presa durante la riunione di gabinetto dello scorso 6 luglio a Chequers e che ha mandato in pezzi la tenuta dell'esecutivo e l'unità stessa dei Tories.
Le aspre critiche alla May
Nel suo discorso di oggi a Westminster, facendosi interprete del malcontento di parlamentari ed elettori pro-Leave, Johnson ha criticato aspramente il piano della May definendolo “un limbo perenne ed infelice” ed ha lanciato la sfida alla leader del suo partito sostenendo che “non è ancora troppo tardi per salvare la Brexit”. Con la linea soft voluta dalla premier, secondo l'ex ministro degli Esteri, il Regno Unito rischia di approdare “volontariamente” ad una condizione di “vassallaggio economico” verso Bruxelles. Ormai è sempre più crescente il dissenso degli elettori che votarono Leave al referendum del 2016 e che sentono tradito il loro voto dalla “timidezza” con cui la May sta conducendo le trattative.
Johnson futuro primo ministro?
Uno stato d'animo particolarmente diffuso nel partito di maggioranza e di cui Boris Johnson spera di approfittare per arrivare al numero di 10 di Downing Street con la promessa di garantire la realizzazione di una “hard” Brexit. Il discorso di oggi segna probabilmente l'inizio della campagna con cui l'ex sindaco di Londra si candida a diventare il nuovo leader dei Tories. Una circostanza confermata anche dalla nota di pochi giorni fa con cui il Telegraph, testata di riferimendo del mondo conservatore british, lo annunciava come suo nuovo editorialista di punta. Questo attivismo pro Brexit ha incassato anche l'importante endorsement del presidente Usa Donald Trump che durante la sua recente visita a Londra ha dichiarato di ritenere Boris Johnson un possibile “ottimo primo ministro”.