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Non ci sarà un terzo voto sull'accordo May-Ue

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Non ci sarà un terzo voto per la ratifica dell'accordo sulla Brexit. Lo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, ha infatti posto il suo veto alla delibera se il testo non sarà cambiato. 

Il no

La decisione – che mette in crisi la strategia della premier Tory – è stata annunciata da Bercow dopo una lunga e dettagliata ricostruzione degli avvenimenti recenti (con la doppia pesante bocciatura dello stesso accordo) e dei precedenti regolamentari stabiliti nei secoli, criticando le iniziative unilaterali e i ripetuti rinvii del governo.

La spiegazione

Lo speaker ha precisato di aver consentito il secondo voto di ratifica la settimana scorsa – dopo la prima bocciatura di gennaio – considerando sostanziali le modifiche apportate con l'introduzione di nuovi documenti sulla base delle intese in extremis raggiunte dalla premier con Bruxelles sul contestato meccanismo del backstop irlandese. Ma ha chiarito di non essere disposto a permettere un terzo voto se la mozione del governo non conterrà modifiche “sostanziali e non formali“.

Piano a rischio

In sostanza si tratta del siluramento del piano May, salvo miracoli e cambiamenti radicali al momento imprevedibili. Bercow ha spiegato che si tratta di rispettare una prassi regolamentare in vigore dall'inizio del 1600 a Westminster e ribadita nei secoli almeno da “quattro diversi speaker“. La decisione è stata accolta positivamente dalle opposizioni e anche da alcuni Tory ribelli brexiteer che hanno però chiesto di escludere un nuovo voto anche sugli emendamenti già bocciati in favore di un secondo referendum sulla Brexit o sulla possibilità che il Parlamento prenda il controllo del negoziato.

Edith Driscoll: