Tornano a casa 82 delle 250 studentesse nigeriane rapite da Boko Haram a Chibok nel 2014. Secondo un comunicato del governo citato dalla stampa locale, il rilascio è frutto di intensi negoziati da tempo in atto tra il gruppo integralista islamico e il governo federale. In attesa di essere trasportate in aereo a Maiduguri, capoluogo dello stato federale di Borno, le ragazze si trovavano a Banki, località nigeriana al confine con il Camerun, dove sono state verificate le loro condizione di salute.
Nel comunicato del governo di Abuja, la liberazione delle ragazze, tutte liceali portate via con la violenza poco più di tre anni fa dalla loro scuola dai miliziani jihadisti, è avvenuta proprio vicino alla frontiera tra la Nigeria e il Camerun. Cioè il Paese nel quale i Boko Haram hanno costituito numerose basi dopo aver subito ripetuti rovesci in seguito all’offensiva scatenata dall’esercito del presidente Muhammadu Buhari, musulmano, che ha fatto della lotta all’integralismo islamico uno dei punti di forza del suo governo.
Le studentesse rapite il 14 aprile 2014 mentre erano a scuola nella città di Chibok, nel nord-est del Paese, sono 276. Solo una cinquantina tra le giovani in quel momento nella scuola riuscirono a fuggire. Numerose decine sono poi state liberate in questi anni a gruppi, mai numericamente così consistenti come quello di cui è stata data notizia in serata. Finora nelle mani dei Boko Haram c’erano ancora 195 prigioniere.
La tragedia era stata all’origine di un movimento mondiale che chiedeva la liberazione delle ragazze ed è stato denominato “Bring Back Our Girls“. L’organizzazione nigeriana che rappresenta le famiglie delle ragazze in nottata ha twittato che “le speranze sono grandi a proposito del numero delle giovani liberate. Speriamo che il numero più alto sia quello vero e che venga confermato”. Alcune fonti di stampa infatti hanno riferito che solo 50 studentesse hanno ritrovato la libertà. Da quando hanno avviato la loro jihad contro il governo di Abuja i Boko Haram hanno ucciso oltre 20mila persone e costretto ad abbandonare i loro villaggi plù di 2 milioni di persone.