Lo scorso anno nella Nigeria del Nord, precisamente nella località di Chibok, 200 liceali furono rapite dal gruppo terroristico di Boko Haram. Il direttore dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhchr), Raad Zeid al Hussein, ha detto in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano nigeriano “This Day” che il suo timore è quello che possano essere state tutte uccise dagli estremisti islamici.
Rispondendo alle domande del giornalista il direttore dell’Unhchr si è detto pessimista sulla sorte delle ragazze sequestrate aggiungendo che potrebbero essere passate per le armi a Bama, località vicina al confine con il Camerun. Nella cittadina, su cui il Califfato nero ha avuto il controllo per mesi prima di essere messo in fuga dall’esercito nigeriano, sono infatti stati ritrovati i cadaveri di un numero ancora imprecisato di donne.
Secondo quanto affermato da Hussein probabilmente le ragazze sono state prima costrette a sposare i loro sequestratori e in seguito uccise brutalmente dagli stessi. Inoltre, in un rapporto pubblicato poche settimane fa dalle Nazioni Unite è emerso che anche nella provincia di Borno, nella parte settentrionale del Paese, i militari nigeriani hanno scoperto una fossa comune dove si trovavano i cadaveri di giovani donne.
La tragica notizia del ragazze rapite a Chibok ebbe una risonanza mondiale lo scorso anno, in particolare dopo che venne diffuso il video dove era possibile intravedere solo il loro volto. Su internet, social, televisioni e giornali partì immediatamente la campagna con l’ashtag #BringBackOurGirls che portò l’attenzione sul gruppo di estremisti islamici che assedia la Nigeria.