“Il trono traballa“. E’ titolo scelto dal quotidiano Yediot Ahronot per commentare la notizia che rischia di mettere in crisi il governo di Benjamin Netanyahu. Il premier è sospettato di corruzione e frode e, secondo quanto riportato da Haaretz, le indagini sarebbero giunte a “un punto di svolta“. L’ex capo di gabinetto di Netanyahu, Ari Harow, sarebbe stato messo con le spalle al muro per un’altra vicenda. “Se accetta di collaborare con la giustizia – ha scritto il giornale – sarà un terremoto“; le informazioni che ha collezionato “sono un vaso di Pandora“. ”La verità comincia ad apparire dietro al muro di omertà – ha commentato Maariv – e la testimonianza di Harow può frantumarlo”.
Netanyahu è sospettato di corruzione e di frode nel contesto di due inchieste condotte negli ultimi mesi dalla polizia. Mentre i telegiornali diffondevano la notizia con grande evidenza è giunta immediata la reazione del primo ministro. “Respingiamo totalmente – è stato detto a suo nome – le affermazioni infondate che vengono espresse a riguardo del primo ministro. La ‘partita di caccia‘ avviata nell’intento di sostituire il mio governo è al culmine, ma è destinata a fallire per un motivo semplice: non accadrà nulla, perché non c’è nulla”.
I giornali facevano riferimento alle due indagini con i nomi in codice “Dossier 1000” e “Dossier 2000″. La prima riguarda ingenti doni che Netanyahu e i suoi famigliari avrebbero ricevuto nel corso degli anni da facoltosi uomini di affari, con interessi commerciali in Israele. La seconda si riferisce a contatti fra Netanyahu e l’editore di un giornale a lui personalmente avverso, lo stesso Yediot Ahronot. Il sospetto è che in cambio di trattamento più favorevole Netanyahu abbia accettato – almeno in via ipotetica – di far sì che il principale concorrente del quotidiano, Israel ha-Yom, riducesse le proprie pubblicazioni. In realtà anche dopo quei colloqui Yediot Ahronot ha continuato a fustigare Netanyahu mentre Israel ha-Yom non ha ridotto la sua tiratura.