L'Onu è la casa delle bugie”. Lo ha detto Benjamyn Netanyahu nel giorno in cui l'Assemblea generale delle Nazioni Unite voterà una Risoluzione contro la decisione di Donald Trump su Gerusalemme. “La città – ha spiegato parlando all'inaugurazione di un ospedale nel sud di Israele – è la capitale di Israele, che l'Onu la riconosca o no. Ci sono voluti 70 anni prima che gli Usa la riconoscessero come tale, e ci vorranno anni anche per l'Onu”.
Capitale
Netanyahu ha quindi ribadito che altri Stati riconosceranno Gerusalemme capitale del paese. “Gerusalemme – ha aggiunto – è la nostra capitale. Continueremo a costruirci e le ambasciate dei Paesi esteri, a cominciare dagli Usa, si trasferiranno in città. Scrivete quello che ho detto perché è quello che succederà”. In questi ultimi giorni, il ministero degli esteri, di cui Netanyahu è titolare, ha dato mandato ai propri diplomatici nel mondo di “premere” sui governi dei paesi dove risiedono per “fare lobbying” contro la Risoluzione, dopo che gli Usa hanno messo il proprio veto in Consiglio di sicurezza. L'obiettivo di Israele, secondo i media, è quello di minimizzare l'impatto del provvedimento.
Abbas a Parigi
Sempre per oggi è previsto l'arrivo a Parigi del presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen per una visita di Stato di due giorni nel corso della quale incontrerà il suo omologo francese Emmanuel Macron. Lo ricorda l'agenzia ufficiale Wafa che cita l'ambasciatore palestinese in Francia Salman al-Harfi. Secondo quanto riferito dal diplomatico, la riunione con Macron avverrà domani mattina all'Eliseo e riguarderà la decisione di Trump su Gerusalemme. Harfi – secondo la stessa fonte – ha sottolineato l'importanza della visita specialmente “alla luce della posizione francese che respinge con forza la decisione su Gerusalemme considerata un precedente pericoloso. Ma anche la posizione di Parigi a favore di una legge internazione sul dossier palestinese”.