Nonostante il veto degli Stati Uniti Israele ha deciso di accelerare sulla costruzione per i coloni di almeno un migliaio di case a Gerusalemme Est e di infrastrutture in Cisgiordania. Nella Città Santa, in particolare, il governo di Tel Aviv ha deciso di portare avanti il piano nelle zone di Ramat Shlomo e a Har Homa. Vengono dunque disattese le indicazioni di Washington ad ulteriore riprova di come, in questo momento, le relazioni tra i due alleati siano piuttosto fredde.
Gli Usa avevano invitato, infatti, Isreaele a “non avvelenare ulteriormente il clima”. L’annuncio di Netanyahu di costruire nuove abitazioni aveva provocato proteste nel suo stesso esecutivo. In particolare la decisione del premier è stata criticata dal ministro delle Finanze, Yair Lapid, del partito Yesh Atid, secondo cui il programma edilizio “potrebbe portare a una gravissima crisi tra Israele e Stati Uniti, che sono già a un minimo storico, e indebolisce la posizione del nostro Paese nel mondo”.
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